ostensorio architettonico - ambito milanese (?) (sec. XVII)

ostensorio architettonico post 1614 - ante 1626

Piede a fusione impostato su alto gradino a più risalti e scandito in otto lobi includenti alternativamente, su fondo zigrinato, cherubi entro candelabre e quattro figure: Vergine Assunta, S.Ilario, S.Pietro e S.Paolo. La ripartizione in otto settori si ripete nel nodo ovoidale, ancora a fusione, segnato da bacellature con decori a candelabra coronati da cherubi a mezzo rilievo; coppa partita da cherubi a mezzotondo applicati in quattro cartelle ornate da volute fitomorfe e al centro melograni. Sulla teca cilindrica salienti a volute concavo-convesse arricchite da foglie, frutta e cherubi sostengono il coperchio a cupolino, dove ancora si alternano cherubi a rilievo e trofei di melograni tra volute e foglie

  • OGGETTO ostensorio architettonico
  • MATERIA E TECNICA argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura/ cesellatura/ fusione
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lavoro di notevole qualità esecutiva nel gusto del primo Seicento per la foggia polilobata del piede e ovoidale bacellata del nodo principale, nonchè per la tecnica esecutiva, che ancora impiega largamente la fusione insieme a uno sbalzo poco rilevato; ad un lessico decisamente seicentesco rimanda peraltro il repertorio ornamentale a cherubi paffuti e melograni, in cui permangono reminiscenze manieriste nell'insistito uso della candelabra. L'ostensorio viene registrato per la prima volta nell'inventario datato 1626, con dettagli descrittivi che non lasciano dubbi sull'identificazione: "una custodia overo ostensorio d'argento con la lunetta e fondo adorato per esporre il S.Sacramento con quattro mensole e con il piede ottangolo anelo tondo con un Cristo in cimasa", il quale ultimo andò evidentemente perduto e sostituito dalla piccola crocetta apicale, palesemente non pertinente .Poichè non vi è menzione dell'oggetto nel precedente inventario redatto nel 1614, l'esecuzione deve porsi in questo giro d'anni, che videro la Fabbrica impegnata nel rinnovo dell'arredo liturgico: nel gennaio 1615 si decideva di "guastare" candelieri, ostensorio, turibolo e navicella per farne fare "delli novi et alla moderna", esprimendo l'intenzione di rivolgersi ad una bottega milanese, purtroppo non ulteriormente specificata ( cfr. Ordeinazioni della Fabbrica). L'ampia diffusione del modello formale e stilistico adottato dall'oggetto e la mancanza di precisi supporti documentari rendono comunque solo ipotetica la proposta attributiva. Nel 1784 l'ostensorio subì un intervento di ripristino che riguardò la lunetta e il suo piano d'appoggio, entrambi rifatti da Francesco Capitassi; per quanto non segnalato è probabile che in quell'occasione si siano modificati anche i salienti della teca, la cui struttura mossa e leggera si discosta stilisticamente dalla pisside vera e propria
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800148801
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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