crocifissione di Cristo con la Madonna, San Giovanni Evangelista
croce dipinta
1290 - 1299
Personaggi: Cristo Crocifisso; Madonna; San Giovanni Evangelista
- OGGETTO croce dipinta
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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MISURE
Altezza: 265
Larghezza: 183
- AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La croce costituisce un chiaro esempio della diffusione nel contado della tradizione duecentesca in forme attardate, quando ormai in Lucca si fa avanti il nuovo linguaggio improntato all'opera di Cimabue, ben rappresentato dalle tavole di Deodato Orlandi. La croce di Pieve di Brancoli esprime infatti una cultura figurativa complessa, propria di una fase storica di passaggio. Il formato, l'iconografia dei dolenti e della scena del Diniego di Pietro, alcuni dettagli calligrafici (sterno, addome, ginocchia), ripropongono con sicurezza il modello della tradizione lucchese, esemplificata dalle principali croci ascritte alla bottega dei Berlinghieri, ed in particolare da quella di Tereglio (si veda la cimasa centinata). Tuttavia, la scelta del Christus patiens già di per sé rivela l'apporto di una cultura differente, che risente certamente delle nuove sperimentazioni che Deodato Orlandi, pur nel solco della tradizione bizantina, opera sul prototipo eccelso del crocifisso di Cimabue in Santa Croce, realizzando proprio a Lucca la grande croce di Museo di Villa Guinigi, datata 1288. Da questa, la croce di Brancoli riprende -pur in una estrema semplificazione- l'impianto del volto di Cristo, e alcuni dettagli, come i piedi sovrapposti, i chiodi quadrati, la ferita sanguinante al costato. Se ne distingue invece per la gamma cromatica assai più spenta, per una resa più sbrigativa e sommaria, che nella stoffa del perizoma si attarda nel disegnare un panneggio estremamente complicato, segnato profondamente da linee contrastate; allo stesso modo, assai stilizzati appaiono alcuni dettagli anatomici del Cristo (orecchio, torace) e dei dolenti (mani giunte). Nella croce di Brancoli quindi, un maestro probabilmente locale associa elementi conservativi della tradizione berlinghieresca ad un'interpretazione personale delle nuove istanze fiorentine, filtrate attraverso l'opera dell'Orlandi; ciò fa propendere per una datazione agli anni '90 del Duecento o ai primi del Trecento, come confermerebbero anche i confronti con analoghe croci ritardatarie toscane (ad es. la croce del Museo di Pistoia, da San Francesco, e la cosiddetta "terza croce" della Pinacoteca di San Gimignano). Da segnalare la non comune iconografia che prevede Longino e Stefato ai lati della croce, tanto da giustificare la presenza di tituli per l'identificazione di questi due personaggi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900064341
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- ISCRIZIONI al di sotto del tabellone superiore - I(EHSU)C NACZARE / N(US) REX IUDE / ORUM // - caratteri gotici -
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