calice di Pace di Valentino (sec. XIII)

calice ca 1269 - ca 1272

Piede polilobato con orlo rialzato traforato decorato da otto rosoni in filigrana con castone in pietra dura; fusto a sezione ottagonale decorato da motivi vegetali a foglia di quercia e volute e da riquadri con quarilobi; nodo a sfera schiacciata con otto rosoni in filigrana con castone al centro in pietra dura e perle; sottocoppa decorato a perline; coppa svasata

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ filigrana/ doratura
    pietra dura/ incastonatura
  • MISURE Altezza: 17
  • ATTRIBUZIONI Pace Di Valentino (notizie 1251-1292)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI bottega veneziana
    Ognabene Jacopo D'/ Ognabene Tallino D'
  • LOCALIZZAZIONE Pistoia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Citato dal Tigri come opera eseguita intorno al 1130, il calice fu presentato all'esposizione del 1899, dove figurò con una datazione al XV secolo. Successivamente è stato esposto in una mostra tenutasi in Cattedrale nel 1955, recensita dal Ferrali. Il calice viene citato già negli inventari quattrocenteschi del Tesoro della Cattedrale, come calice di S. Atto, e tale denominazione, come ipotizza la Gai, può essere dovuta al fatto che forse esso venne utilizzato durante le celebrazioni per la traslazione del corpo di Sant'Atto dalla sepoltura in San Giovanni Rotondo alla Cattedrale, nel 1337. In virtù di questo legame nominale con Sant'Atto il calice, insieme alla croce d'altare, fu collocato, come una reliquia, nell'urna del santo, solo poco prima del 1702 per esserne rimosso e riposto nel Tesoro della Cattedrale nel 1840 (Beani 1901). Il Beani prospetta l'ipotesi che la coppa del calice sia appartenuta ad Atto e, vista l'importanza della reliquia, rimontata forse in seguito al ritrovamento del corpo, nel 1337, su un fusto moderno. L'ipotesi non ha in realtà nessun fondamento, tuttavia l'idea del riutilizzo di parti di calice già esistenti è stata ripresa anche dagli studiosi successivi: il Marchini, nel 1966, riteneva le filigrane lavoro gotico veneziano di ispirazione orientale rimontato sul calice forse addirittura nel Quattrocento. Lucia Gai ritiene di poter identificare il calice, con l'esemplare pagato nel 1286, ad Andrea e Tallino di Jacopo d'Ognabene, che secondo i documenti avrebbero recuperato in quest'opera parti di due calici più antichi, citati già nel 1241 e nel 1261: con questo si potrebbe giustificare la presenza di un elemento decorativo arcaico come le filigrane. Elemento comprovante tale attribuzione sarebbe per la studiosa la presenza sul piede del calice di un motivo decorativo stellare con foglie di quercia, che ritroviamo in gran parte della produzione orafa dell'Ognabene. Di parere diverso la Hueck, sostenuta di recente dalla Calderoni Masetti e dalla Cioni, le quali ritengono il calice di Sant'Atto opera di carattere unitario riferibile ad ambito senese del settimo-ottavo decennio del XIII secolo, prima della innovazione di questa tipologia di manufatti apportata da Guccio di Mannaia con l'inserimento degli smalti traslucidi, avvenuta nel 1288-92, con l'esecuzione del calice di Niccolò IV, per la basilica di Assisi. Le studiose vedono nel calice affinità stilistiche e tecniche con il reliquiario di San Galgano, nel quale compaiono filigrane praticamente identiche, e indicano nel calice di Sant'Atto l'antecedente di quello di Guccio di Mannaia, proponendo con valide argomentazioni l'attribuzione a Pace di Valentino, orafo senese, presso il quale si formò lo stesso Guccio, che operò a lungo per la cattedrale di Pistoia e che lo avrebbe realizzato, secondo i documenti, tra il 1269 e il 1272
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900123359
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI piede - HIC CALIX CUM PATENA REPERT(...) FUIT CUM CORPORE D(...) ATHONIS DUM IDEM REGOGNITUM FUIT DIE XXX JULII 1840 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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