stalli del coro di di Bartolomeo Andreuccio (e aiuti) (fine/ fine XIV, XV, XIX)
Il coro ligneo sito dietro l’altare, riccamente intagliato e intarsiato, si compone di 26 stalli e uno stallo centrale per il Vescovo, il postergale è decorato con grande motivo a rosone - si presenta in stile gotico. Gli stalli hanno le spalliere divise da duplici colonnine che sorreggono una trabeazione minutamente intarsiata. Al di sotto della trabeazione si disegnano archi trilobati a sesto acuto. Le tarsie dei pannelli raffigurano su un lato un intreccio geometrico, sull'altro un labirinto quadrato; entrambi i motivi iconografici sono affiancati da due decorazioni rettangolari con fasce con intrecci esagonali, con al centro stelle a sei punte, completate con quadri angolari che richiamano il motivo del nodo di Salomone. I riquadri sono motivo di quadrati intrecciati; una cornice ad archetti a tutto sesto con terminazioni trilobate. Conclude il pannello rettangolare
- OGGETTO stalli del coro
-
MATERIA E TECNICA
LEGNO
-
ATTRIBUZIONI
Di Bartolomeo Andreuccio (e Aiuti)
- LOCALIZZAZIONE Volterra (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima notizia della costruzione del coro è contenuta in un rogito del 1338: “Actum Vulterris in maiori ecclesia vulterrana vidlicer in choro novo dicte ecclesie”. Ulteriori documenti archivistici ci danno notizia che il senese Jacopo di Francesco del Tonghio nel 1373 e 1374 stavano eseguendo il coro per la Badia Camaldonese dei Santi Giusto e Clemente, andato poi distrutto. Jacopo, figlio di Francesco del Tonghio, intagliatore senese della seconda metà del Trecento, lavorò con il padre al coro del Duomo di Siena e lo sostituì al momento della sua morte, avvenuta presumibilmente nel 1338. Nel coro della Badia Jacopo ebbe forse come collaboratore di un altro intagliatore senese. A Jacopo ed Andreuccio sono tradizionalmente attribuiti gli stalli, la cattedrale vescovile e il leggio del coro del Duomo di Volterra, di gusto schiettamente senese, sui quali però non soccorre alcun documento. Andreuccio rimase molto a lungo Volterra - documentato in città partire a partire dal 1373, vi abitava almeno fino al 1427, questa lunga permanenza lascia supporre che abbia lavorato al coro del Duomo, come dice esplicitamente la scritta in lettere onciali posta nell’incorniciatura sopra il pannello ad intarsio del leggio raffigurante il labirinto – spostato nel 1932 nel vestibolo del Museo del Duomo, oggi al Museo Diocesano: “HOC OPUS FECERUNT ANDREOCCIO ET ANTONIO DE SENIS”. Eseguito nell’ultimo decennio del secolo XIV, il leggio è composto da due pannelli obbliqui a tarsie in legno di tre diversi colori e ali reggilibro restaurate ed è sormontato da una banderuola portalampada in ferro decorata da rosette, che reca incisa l’iscrizione: “HOC OPUS FECIT MAGISTER HENRICULUS DE ALAMNIA MCCCCIIII”, che la indica opera di Enrico di Ormanno tedesco, compiuta nel 1404, di tale artigiano non sappiamo di più. Un altro senese, Gaspare di Nando di Pelliccione di Colle Valdelsa intagliava nel 1425, i postergali a baldacchino della Sagrestia del Duomo, come dice un'iscrizione collocata in mezzo ad un fregio dalla parte del banco detta “dei Cappellani”: “HOC OPUS FECIT ET EXPREVIT GHUASPAR NUADI DE PELLICCIONI DE COLLE AN. D. MCCCCXXV”. L’incorniciatura dei due pannelli contiene nella parte superiore due scritte alte 2,5 cm. Quella sopra il motivo geometrico, in lettere capitali, attribuisce il restauro a Paolo Mariani e riporta la data 1828: “HOC OPUS ET CHORUM A.D. MDCCCXXVIII PAULUS MARINI RESTAURAVIT”. Frutto dei restauri del Mariani sono i pannelli laterali in legno più scuro, di forma pressoché triangolare, che presentano disegni diversi uno dall'altro, con motivo di volute a fogliami a rilievo, e la base ottagona su cui si imposta l'ossatura del leggio, anch'essa restaurata. È inoltre attribuibile a questo intervento la messa in opera degli stalli più bassi, detti “dei Cappellani”, utilizzando le panche così chiamate “dei Priori” che stavano sotto il presbiterio e che risalgono al XVI secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900146930
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2010
2024
- ISCRIZIONI su una faccia del leggio - HOC OPUS FECERUNT ANDREUCCIO E ANTONIO DE SENIS - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0