tetramorfo
gruppo scultoreo
1200 - 1249
Gruppo scultoreo
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera entrò in Camposanto tra 1823-'25 (non compare in ROSINI 1816b) e ' 29, molto probabilmente in concomitanza con il riordino degli ultimi anni '20 (LASINIO 1831). Lasinio la collocò nella galleria Sud, sotto l'affresco di "S. Efisio che combatte i pagani in Sardegna", prima del sarcofago IX (A 7 est), al posto dell'urna etrusca n° 23, spostato sopra il suddetto sarcofago (ROSINI 1816b, ROSINI 1829). Rimase qui, fino alla risistemazione di questo tratto della galleria Sud (1906-09), subendo come unica modifica l'inserimento di una testa trecentesca [09/00235669] nel punto dove si attaccava originariamente l'aquila-leggio (Inventario 1906). Quindi, liberato dell'incongrua aggiunta, fu portato nella galleria Nord e posto, sopra una piccola base sagomata, sotto la "Maledizione di Cam", nel gruppo dei reggi leggio romanici (ROSS-ERICHSEN 1909). Quindi, il pezzo fu trasferito, nel 1935, al Palazzo dell'Opera, nella Sala del Grifo del Museo dell'Opera (CA RLI 1935a). Nel dopoguerra fu riportato in Camposanto, dapprima nella collocazione ante 1935 (FELICI 1963), quindi o nella parete di fondo del Salone degli affreschi (TCI 1959), o sull'altare della Cappella Ammannati (FELI CI 1963). Nel 1985, l'opera è giunta nel Museo Nazionale di S. Matteo. Dagli inventari lasiniani si apprende che il pezzo "fu levato dall'orto del Dottor Francesco Trivella" e fu donato al Camposanto dal medesimo (LASINIO 1831); non è stato tuttavia possibile individuare tale proprietà e, quindi , avanzare un'ipotesi sulla chiesa dove, in origine, stesse il reggileggio. L'opera si presenta in buone condizioni di conservazione, con la superficie erosa per l'esposizione prolungata all'aperto; la base sagomata è integra (sono cadute le dita dei piedi dell'angelo), mentre danni maggiori si notano nella parte alta: la testa dell'angelo è scheggiata, con il profilo appiattito dalle perdite, e quella del leone è caduta. Il reggileggio si presenta nella composizione del Tetramorfo (per la cui tipologia ed origine vedi [09/00235589, 09/00235590]). Il tetramorfo in esame presenta anche un piedistallo sagomato ed il retro liscio, che andava appoggiato alla cornice tra due lastre istoriate, sicché i corpi degli animali laterali fossero interamente visibili. L'angelo presenta una costruzione del corpo ben proporzionata, con il tronco quadrato e le gambe e braccia leggermente allunga te (anche perché doveva essere visto dal basso); sul largo collo è piantata la testa rotonda, dalle guance paffute, le labbra carnose e gli occhi ed il naso piccoli; la capigliatura, con scriminatura centrale, è fittamente striata, ricadendo pesantemente sulla testa. La lunga veste che indossa mostra panneggi ampi, con gli orli segmentati, sul collo e ai piedi. Le pieghe sono di vario taglio: concentriche e dall'ampia curva (sulla gamba destra), parallele, orizzontali e accavallate (nella fascia alla vita) o verticali e largamente condotte (sul tronco); a 'v' sul fianco sinistro; ampiamente giustapposte e rilevate con il profilo serpentinato dall'effetto tridimensionale nel lembo delle veste che ricade dal braccio sinistro. La manica destra è accorciata mentre sul braccio sinistro ricade un ampio lembo d ella veste, che appare sollevata e trattenuta, per cui forma un'ampia curva sul davanti, come nel S. Paolo [09/00235592]. Le due mani tengono ben fermo il libro, una tavoletta quadrata e liscia, con il braccio destro piegato a compasso e l'altro a 'l', in maniera analoga al S. Paolo citato (la destra presenta le dita spaziate, con il mignolo piegato). I due animali so no attentamente caratterizzati nella parti anatomiche, come rivelano le ve ne sulle zampe dalle dita articolate del leone, le ciocche della criniera (tratteggiate sul lato a vista e a solchi fitti e paralleli, nell'altro, i n analogia con la vicina capigliatura dell'angelo), gli zoccoli ed il collo striato e penzolante del toro. L'artefice presenta una discreta conduzione delle figure, come rivelano le buone proporzioni delle mani che tengono il libro, dalle dita ben articolate, la costruzione del volto, con i singoli elementi ben proporzionati, le figure, nel complesso, anatomicamente corrette, le ali attentamente definite. (continua in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235591
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1993
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0