San Paolo

colonna 1200 - 1249

Colonna con decorazione a rilievo

  • OGGETTO colonna
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pezzo risulta per la prima volta in Inventario 1815, collocato a sinistra della porta d'ingresso, nel tratto terminale della collezione, accanto al fronte d'altare di Bonamico [09/00235588]; in seguito ad uno spostamento non viene registrato in ROSINI 1816a e in DA MORRONA 1816 ma riappare in ROSINI 1816b: collocato presso l'antico ingresso, sotto l'affresco del "Ritorno di S. Ranieri a Pisa", tra l'Ercole di Giovani Pisano [09/00235756(2 )] e i plutei romanici del duomo [09/00235595] e [09/00235596]; stava sopra un capitello a foglie d'acanto trecentesco [09/00235687] e fungeva da supporto ad un'urna cineraria antica, già presente in Camposanto. Dopo la risistemazione di quella parte della galleria Sud (1909-13), l'opera, liberata dell'urna e del capitello, finì in quella Nord, sopra una piccola base esagonale liscia, sotto l'affresco della "Maledizione di Cam", dopo i reggileggio romanici, tra l'iscrizione della sepoltura di Guglielmo [09/002357 50] ed il sarcofago XVI (C 5 est). Nel 1935, il pezzo fu trasferito al Palazzo dell'Opera, nella Sala del Grifo del Museo dell'Opera (CARLI 1935a), dove rimase anche nel dopoguerra (FELICI 1963), passando quindi nei magazzini dell'Opera (per errore(?), in TCI 1959, l'opera risulta nella galleria Nord, nella posizione ante 1935). Nel 1986, l'opera, giunta nel Museo Nazionale di S. Matteo, venne esposta nelle sale della scultura; quindi, portata nei depositi, dove attualmente si trova. L'opera proviene dalla chiesa di S. Iacopo in Orticaia, detta anche fuori della Porta alle Piagge (LASIN IO 1814-25), da dove fu presa, molto probabilmente, in seguito alle alienazioni napoleoniche. Non sappiamo dove il conservatore trovò l'opera ma, di certo, non nella collocazione originaria. L'edificio - un'importante chiesa suburbana medievale, che nella parte originaria superstite risale al XII secolo: i fianchi e l'abside, decorati con archetti e mensole figurate dai modi 'arcaizzanti' e i due portali in facciata (in quello maggiore un architrave intarsiato) - subì radicali interventi di restauro agli inizi del Seicento e alla metà del Settecento (PERA 1929); dalla stessa chiesa provengono il capitello figurato [09/00235604] e forse un busto di Cristo benedicente, attribuito al secolo XIII (PISA 1946-47), già al Museo Civico, di cui sembrano perdute le tracce. L'opera si presenta in discrete condizioni di conservazione (segno che non fu mai esposta alle intemperie); non conserva i piedi (forse tagliati quando fu rimossa dal complesso originario) e presenta lievi scheggiature alle ciglia e alle palpebre. La figura, addossata ad un sottile fusto di colonna liscio dalla superficie gradinata, è ad altorilievo. Il personaggio rappresentato è S. Paolo, come risulta dalla tipologia facciale, con l'alta fronte stempiata e la barba corta appuntita, che ricorda quello del pulpito di Guglielmo e dalla presenza del libro, attributo canonico, insieme alla spada, dell'apostolo. Indossa una lunga tunica, che nasconde la struttura del corpo, aperta a 'v' sul collo e dal bordo inferiore liscio; la manica destra è larga mentre sul braccio sinistro ricade un ampio lembo della veste, che appare sollevata e trattenuta sotto il libro, per cui forma un'ampia curva sul davanti, come nell'angelo del tetramorfo [09/00235591]. La tunica, dall'ampio panneggio, è, nella parte superiore, solcata da linee larghe e profonde, mentre, sotto la vita, le pieghe, rilevate, si giustappongono con effetto tridimensionale. Le due mani tengono ben fermo il libro, una tavoletta quadrata e liscia, con il bracci o destro piegato a compasso e l'altro a 'l', in maniera analoga all'angelo del tetramorfo citato. La testa, piantata sul largo collo, presenta orecchie ben fatte, una sottile barba e la poca capigliatura dai solchi leggermente striati e paralleli, il naso prominente e un po' grande, lo sguardo accigliato, con gli occhi dalla pupille forate e decisamente puntati verso sinistra. Nel complesso, la figura presenta proporzioni del corpo allungate: sul corto tronco dalle piccole spalle si innestano braccia e gambe lunghe e il tozzo collo con la testa appuntita e aggettante. Certamente l'opera proviene da un complesso monumentale; l'iconografia e la tipologia fanno pensare ad un pulpito, che, secondo le soluzioni adottate nella produzione delle maestranze dei Guidi nella prima metà del Duecento, presentava figure isolate, sia nella zona della colonne che ad intervallare le lastre istoriate (BIEHL 1926, forse per la presenza della colonna addossata, pensava ad una provenienza dal portale della chiesa). Si noti, inoltre, che S. Paolo, con lo sguardo, sembra indirizzare lo spettatore verso qualcosa alla sua sinistra. (continua in OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235592
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1993
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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