Madonna col Bambino in trono. Madonna col Bambino in trono
dipinto,
post 1250 - ante 1299
Diotisalvi (dietisalvi) Di Speme (attribuito)
doc. 1250-1291
Tavola
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Diotisalvi (dietisalvi) Di Speme (attribuito): pittore
- LOCALIZZAZIONE Museo nazionale d'arte medievale e moderna
- INDIRIZZO via San Lorentino 8, Arezzo (AR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa tavola, proveniente dalla chiesa di S. Francesco -Vasari la ricorda nella Cappella della Concezione-, era originariamente conservata nella primitiva chiesa francescana di Poggio del Sole. Attribuita erroneamente a Margarito di Arezzo (Vasari, 1550, Bellosi/Rossi, 1986), dalla critica di inizio secolo viene messa in relazione con la Madonna di San Bernardino di Guido da Siena, datata 1262 e quindi la assegna ad un seguace del maestro senese (Venturi, 1907). Riferita successivamente da Salmi ad un artista aretino fiorentineggiante (1921), la tavola viene attribuita da Garrison a Guido da Siena stesso, e ai suoi collaboratori (1949). Lo stretto rapporto che c'è con la "Madonna di San Bernardino", considerata dalla maggior parte della critica come l'opera più antica di Guido da Siena -ad eccezione dello Stubbebline (1964) che la attribuisce al Maestro di San Bernardino- è davvero evidente, tanto che Brandi (1933) ipotizza che le due tavole si ispirino ad un comune modello (per Vavalà il modello aretino è derivato da quello senese). Carli (1955) sostiene che le due opere derivano da un prototipo più antico identificabile con la "Madonna di San Gregorio" in Siena. Dopo il restauro sono stati trovati, sotto la falsa cornice, i resti di un timpano a fondo oro cuspidato molto simile a quello della "Maestà di San Gregorio" nel palazzo pubblico di Siena; ciò permette di stabilire una relazione fra le due pitture, anche se questa Madonna mostra elementi arcaici presenti sì in quella di San Bernardino ma non più nell'altra conservata nel palazzo pubblico di Siena (centina del trono molto spessa, capitelli corinzi nelle colonnine del trono). E' Bellosi nel 1991 ad attribuire la Madonna aretina e quella di San Bernardino a Dietisalvi di Speme, autore anche della Madonna Galli-Dunn della pinacoteca Nazionale di Siena, e di alcune tavole della Biccherna dell'archivio di stato di Siena. Bellosi, nel tentativo di ricostruire il percorso dell'artista, lo colloca nel panorama senese prima dell'avvento di Duccio, attivo probabilmente a fianco di Guido da Siena. A seguito delle soppressioni religiose la tavola fu trasferita in Sant'Ignazio, dove entrò a far parte del primo nucleo di opere della Pinacoteca Comunale di Arezzo. Durante il restauro eseguito da Fiscali vennero reintegrate le paste vitree colorate dato che le originali erano andate perdute. Bellosi sottolinea come, nonostante le pesanti puliture avvenute nel passato (che hanno rimosso gli ultimi strati rosa dell'incarnato) questa Madonna appaia una perfetta replica d'autore della "Madonna di San Bernardino" e non una replica di un anonimo autore; il confronto fra le teste del Bambino mostra come, nonostante il pessimo stato di questa tavola, i due dipinti siano pressochè identici, fatte salve le varianti caratteristiche di una replica d'autore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900259195
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna - Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0