ultima cena

dipinto murale, 1480 - 1480

Raffigurazione dell'Ultima Cena con Cristo seduto al centro della tavola, circondato dagli apostoli. Sullo sfondo un loggiato aperto dal quale si intravede una sorta di hortus conclusu con alberi che si stagliano su un cielo animato da volatili

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Bigordi Domenico Detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ghirlandaio Domenico, Bottega
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il refettorio, situato tra i due chiostri del convento, era il luogo dove i monaci consumavano i pasti. I lati lunghi dell'ambiente sono centinati da otto lunette e ricevono la luce da altrettante fiestrelle. Nell'affresco l'ambiente architettonico del refettorio sembra continuare in uno sfondato illusionistico, infatti vi sono raffigurate le volte e le finestre che troviamo nell'archittettura reale dell'ambiente. L'affresco presenta una moltitudine di simboli della Passione e della Resurrezione. L'anatra come emblema delle gioie celesti, simbolo molto comune che si ritrova nelle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, nei mosaici del Battistero Laterano, oltre che in varie chiese di Ravenna, Napoli e Nola. Il fagiano visto come allusione al sorgere del sole e quindi della Resurrezione di Cristo, con lo stesso significato che si dava al gallo in epoca medioevale. La presenza della quaglia si può far ricondurre ad un'antica leggenda che viene illustrata sopra il particolare del palmizio (lunetta destra): nelle migrazioni questi uccelli scelgono una guida la quale si lancia contro i rapaci che attendono lo stormo, sacrificandosi affinchè le altre giungano a destinazione. Allo stesso modo il Redentore, guida degli uomini, ha offerto la propria vita in espiazione dei loro peccati. Mentre il cardellino è il simbolo della Passione. Invece il pavone, raffigurato sulla finestra della parete destra, che nella Natività è il simbolo dell'immortalità e della Resurrazione in quanto gli antichi pensavano che la sua carne non si decomponesse, qui allude alla Chiesa che tutto vede in virtù dei cento occhi presenti sulla sua coda. Al pavone si contrappone, sulla parete sinistra, la presenza della colomba simbolo dello Spirito Santo. Per quanto riguarda gli aspetti meno strettamente iconografici ed iconologici, alla base di questo affresco vi è sicuramente la rappresentazione in termini drammatici offerta da Andrea del Castagno nel cenacolo di Santa Apollonia. La testa di Cristo fu ridipinta nel XVII secolo dal Dola
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900286123
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Cenacolo di Ognissanti - Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI accanto al piede di Giuda - MCCCCLXXX - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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