incontro galante
portaspecchio
1300 - 1330
Valva di custodia per specchio intagliata con scena galante, entro spazio circolare delimitato da cornice piatta, con all'esterno quattro draghi accovacciati che seguono la circonferenza
- OGGETTO portaspecchio
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MATERIA E TECNICA
avorio, intaglio
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MISURE
Profondità: 0.7 cm
Altezza: 8.5 cm
Larghezza: 8.7 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Colonia Manifattura Di Parigi
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La placchetta costituisce una delle due valve di custodia di uno specchio. Di solito le due facciate in avorio venivano scolpite con episodi di soggetto profano, scene tratte da romanzi e più spesso scene cortesi, le valve erano rotonde ma presentavano, come in questo caso, quattro elementi angolari, qui animali fantastici, che le riconducevano alla forma quadrata. Il tema della scena galante è frequente negli specchi gotici, ma la presenza del destriero collega idealmente questo tema alle scene di caccia amorosa, come si vede su una valva del Louvre (inv. OA 118). Il particolare del cavallo incedente, di cui è scolpita solo la metà anteriore del corpo, si rintraccia nel dittico a doppia faccia del Museo Duce di Martina di Napoli (inv. 1533). La critica ha interpretato il gesto del giovane che tiene le redini del destriero, come un monito a perseguire un amore misurato, e ha individuato, come precedente iconografico di questo soggetto, un’iniziale del Chansonnier de Montpellier, miniata a Parigi tra il 1280 e il 1290, dove una coppia si scambia galanterie, mentre in secondo piano un giovane trattiene per le redini un cavallo (Chiesi in Ciseri 2018, p. 295). Tale composizione ebbe un discreto successo: ricorre in una valva di specchio, pressoché identica, del Museo di Capodimonte a Napoli (inv. AM 10897), e, con varianti, in una valva dell’Ashmolean Museum di Oxford (inv. WA 2001.178). Dati stilistici e di costume hanno collocato la valva nel primo trentennio del XIV secolo. Quanto all’area di produzione, se Giusti si era espressa a favore di una manifattura parigina (1981), Gaborit-Chopin collegava l’opera con cautela alla produzione di Colonia per “il sorriso così marcato dei personaggi, l’accentuata ondulazione dei capelli, l’eleganza un po’ manierata degli atteggiamenti “(cit. cfr. Chiesi in Ciseri 2018, p. 296). Di recente Chiesi ha confermato la proposta di un’attribuzione non parigina, sottolineando come il rilievo poco aggettante, i volti con piccoli occhi sorridenti, la posa spezzata dello scudiero, sono “caratteri inediti per la scultura eburnea dell’Île-de-France del primo trentennio del Trecento, che ricordano invece tecniche e sensibilità proprie dell’intaglio del legno, come si vede negli stalli lignei del duomo di Colonia” (Ivi, p. 296)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900286944
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 133
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- DATA DI COMPILAZIONE 1990
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2006
2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0