monumento funebre - a tempietto - manifattura toscana (sec. XIX)

monumento funebre a tempietto 1894 - 1894

Tomba a tempietto su zoccolo a sezione rettangolare sul quale poggia il basamento decorato da specchiature modanate rettangolari e sul quale s'impostano quattro colonne poggianti su un dado a sezione quadrata. Coronamento a timpano centinato con acroteri decorati da motivi vegetali stilizzati. Il tempietto è chiuso sui lati da specchiature in ferro e presenta all'interno otto urne cinerarie bronzee, quattro lisce, quattro con decorazioni floreali e geometriche e con un motivo ornamentale apicale a forma di ape

  • OGGETTO monumento funebre a tempietto
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
    ferro/ battitura
    marmo bianco/ scultura/ incisione
    pietra serena/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Toscana
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tomba racchiude in otto urne bronzee le ceneri di otto corpi non specificati nè nei registri di sepoltura, nè nelle iscrizioni, le quali certificano soltanto che nel tempietto è sepolto Giacomo Melchiorre Brun, citato nel registro di sepoltura del 1844-1871 come figlio di Chretien Brun e di Maria Schneller, originario della Svizzera e di professione "maître d'Hotel". È interessante notare il collegamento con la famiglia Wital in quanto tutte le sepolture dei membri di questa famiglia si trovano, una di fila all'altra, nel campo C del cimitero quasi che la grossa famiglia svizzera ne avesse preventivamente acquistato una parte per le proprie sepolture. Nello stesso settore si trovano tuttavia le tombe di altre famiglie svizzere (cfr. schede 09/00300696 e 09/00300697) ed è quindi chiaro che gli elevetici si facevano preferibilmente seppellire nel campo C del cimitero che è fra l'altro quello contenente le sepolture più antiche. Il monumento è firmato da un non meglio identificabile D. Venturi di Bologna che lo realizzò con i propri figli (si tratta probabilmente di una bottega) e che era forse parente di Luigi, architetto emiliano di Pieve Pelago nato nel 1834. L'utilizzazione di un artista del nord Italia è particolarmente interessante proprio in connessione con le tombe della famiglia Wital, tutte firmate da Emanuele Caroni (cfr. schede nn. 09/00300687, 09/00300698, 09/00300699), tranne quella, non siglata, di Maria di G. Martino Wital e Angiolina (cfr. scheda n. 09/00300689), scultore del comasco trasferitosi a Firenze. Sembrerebbe insomma di poter individuare un legame fra queste famiglie svizzere e gli artisti di una zona d'Italia più vicina alla loro patria d'origine, ma tale ipotesi andrebbe sondata in un più ampio spazio critico. La tipologia del monumento a tempietto, di chiara origine antica e in questo caso, forse, etrusca, risulta una mediazione fra la tomba singola e le sepolture entro cappelle familiari che furono un'invenzione del secolo XIX, la prima di esse essendo stata quella della famiglia Greefulhe nel cimitero parigino di Père Lachaise (1815) (cfr. M. RAGON, Lo spazio della morte,Napoli 1986)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso non cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900300684-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI fronte della base del tempietto - FAMIGLIE / BRUN E VITAL - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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