MADONNA CON BAMBINO

dipinto, post 1470 - ante 1480

Maria è raffigurata poco più che in mezza figura e si staglia contro un tessuto giallo con elegante decorazione vegetale e a melograni stilizzati dal contorno nero. La Madonna tiene con entrambe le mani il bambino avvolgendolo in parte nel manto scuro bordato d'oro. Gesù è nudo e con entrambe le mani si aggrappa al seno della madre, che esce dallo scollo della veste, con lo sguardo perso nel vuoto. Maria e Gesù hanno chiome fulve con riflessi dorati

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 60
    Larghezza: 46
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiammingo
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Maestro Della Vita Di Maria
    Scuola Tedesca
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Palazzo Mansi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Mansi
  • INDIRIZZO via Galli Tassi, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La piccola e graziosa tavola risulta trascurata dalla letteratura critica. Mentre il Campetti (1909) la riferiva genericamente alla Scuola fiamminga del XV secolo, Roberto Salvini (cfr. Bertolini Campetti/ Monaco/ Meloni Trkuljia 1968) proponeva di riferirla al Maestro della Vita di Maria vale a dire un seguace di Dieric Bouts. Effettivamente le vicinanze stilistiche col Bouts sono notevoli. La Vergine appartiene ad un modello iconografico che ebbe grandissima fortuna nelle fiandre. Della bottega del Bouts è infatti una simile tavola conservata al Metropolitan Museum di New York e proveniente dalla Jules Bache Collection (cfr. From Van Eyck to..,1998). Per quanto non ascrivibile allo stesso Bouts, né al seguace autore della tavola americana, la Madonna di Palazzo Mansi denuncia chiaramente la sua parentela culturale con quel preciso ambito. Si riconosce infatti un analogo modo di concepire l'anatomia del Bambino, esile e sgraziato, con intenti di marcato realismo. La tipologia della Vergine, colta in un'espressione di tenerezza verso il figlio, sembra anche potersi accostare a certe figure del primo Memling. Tali osservazioni dovrebbero spingere ad una datazione non troppo oltre l'VIII decennio. La provenienza da San Domenico della tavola apre un problema difficilmente risolvibile: la sua destinazione originaria. Le dimensioni e il tema indicano sicuramente una destinazione al culto privato. I vivaci contatti economici e culturali con le Fiandre caratterizzarono tutto il '400 lucchese come testimoniano i documenti e il riflesso della pittura nordica sulla pittura locale. Del resto la Vergine di Lucca di Van Eyck, oggi a Francoforte, proveniva proprio dalla città da cui prende il nome convenzionale. Le famiglie mercantili lucchesi inviavano dalle colonie ai membri rimasti in città svariati manufatti fra cui anche quadri. La nostra Vergine probabilmente giunse in questo modo a Lucca e successivamente donata al monastero da cui proviene. Non possiamo altresì scartare l'ipotesi che l'opera sia stata eseguita a Lucca. Sono infatti testimoniati in città, nella seconda metà del XV secolo, artisti stranieri fra cui un Minoccio di Minoccio da Bruges nel 1460 e Pietro di Rinaldo d'Alemagna nel 1473, pittori di cui non perviene alcuna opera
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523910
  • NUMERO D'INVENTARIO 152
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di Palazzo Mansi - Lucca
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1470 - ante 1480

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE