codice miniato - ambito lucchese (sec. XII)
codice miniato
post 1100 - ante 1125
Il codice si compone di cc. 201 (più due fogli di guardia cartacei, all'inizio e alla fine); è redatto in minuscola carolina (due mani), il testo è disposto su due colonne; negli incipit e negli explicit lettere capitali onciali; presenta una numerazione in cifre arabe recenti in alto a destra su ogni recto; presenta 46 iniziali miniate
- OGGETTO codice miniato
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MATERIA E TECNICA
pergamena/ pittura a tempera/ inchiostro
- AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di un'opera libraria assolutamente prestigiosa, che si inserisce nella cultura promossa a Lucca dai canonici della cattedrale, nel solco degli intendimenti della Riforma gregoriana. Il codice fu miniato per il potente monastero camaldolese di S. Pietro in Pozzeveri, località non lontana da Lucca, come risulta, oltre che dalla nota di possesso, dall'Inventario del monastero del 1331; fu poi traslato nella Cattedrale di San Martino al momento della soppressione del convento (1408). Anche se è necessario ricordare come la redazione di un codice, soprattutto se prestigioso, richiedesse l'intervento di numerose personalità, e come quindi sia difficile oggi individuarle, nel presente caso si notano alcune differenze tra la prima e la seconda parte dell'apparato illustrativo. Le iniziali della seconda parte del codice presentano uno stile di tradizione umbro-romana, rintracciabile in alcuni manoscritti di ambito lucchese e conservati presso la Capitolare, quali il De Civitate Dei di Agostino (Ms. 18) e i Commenti ai Vangeli di Matteo e di Luca, di San Gerolamo e Sant'Ambrogio (Ms. 47). Diversamente, la prima parte del codice presenta illustrazioni che sono riconducibili a quelle del noto Passionario C della stessa Biblioteca Capitolare, anche se in forme più conservatrici e contenute, associate a formulari di eco francese (foglie, protomi animali); rispetto al Passionario C, tuttavia, come al suo relato dell'Archivio Laterano (Ms. A. 79/A. 81), l'accento di recupero classicista è affiancato da una certa propensione al naturalismo, ben osservabile, ad esempio, in episodi quali il noto Giobbe ulcerato. E' importante sottolineare come alcune coincidenze siano rintracciabili anche con opere pittoriche monumentali della stessa Lucca, in particolare con la croce dipinta di S. Giulia, databile proprio ai primi decenni del XII secolo. La datazione ai primissimi decenni del XII secolo sembra essere confermata anche da due delle note di c. 201v, le trascrizioni di un decreto di papa Urbano II (1088-1099) e di un altro di Pasquale II (1099-1118). In questo senso la Bibbia 2, come il Passionario C, l'Antifonario 603, costituiscono un gruppo di codici lucchesi erede della grande stagione della produzione avviata in città da Anselmo da Baggio (papa Alessandro II) con manoscritti di alto pregio, quali l'Evangeliario Ms. 48.; prodotti probabilmente nell'epoca del nuovo vescovo Rangerio, questi due manoscritti testimoniano di una fase di maggior elaborazione culturale e figurativa, che si affida al mezzo grafico e a quello pittorico e che consapevolmente guarda a modelli librari e pittorici prevalentemente romani
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526875
- NUMERO D'INVENTARIO Ms. 2
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- ISCRIZIONI a c. 201v - ISTE LIBER EST BEATISSIMI P[ETRI] APOSTOLI PUTULENSI - glossatore dei secc. XII/XIII - caratteri gotici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0