calice, 1764 - 1764

Il calice è frutto dell'assemblaggio di due parti: l'una è costituita dalla base e dal fusto, l'altra dal sottocoppa. La base, a sezione circolare, è impostata su un bordo modanato, che una cornice concava a unghiature raccorda al corpo centrale, rialzato da un'alta cornice bombata. Questa reca , su un fondo a scaglie, conchiglie entro cartelle profilate da volute affrontate che ne ricalcano la forma, alternate a foglie d'acanto con nervatura centrale perlinata. Nel campo interno piatto, liscio e lucido scendono dal fusto cartelle mistilinee molto allungate definite da volute affrontate, che includono una palmetta con una foglia rovescia, alternate a lunghe foglie d'acanto con nervatura centrale perlinata, sempre su un fondo a scaglie. Il fusto ha nodi di raccordo a disco, dei quali l'uno baccellato e l 'altro con giro di palmette alternate a foglie d'acanto. (Segue in OSS)

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice, datato genericamente al XVIII secolo da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71), deriva dall'assemblaggio di due parti dai caratteri formali diversi, ma realizzate probabilmente nello stesso periodo. La prima, costituita dalla base e da l fusto, è datata 1764 ed è stata donata dal nobile pisano Michelangelo Frosini. Essa presenta una struttura ed un repertorio decorativo molto comuni in epoca tardobarocca e rococò. Tuttavia l'organizzazione dei motivi decorativi, che alterna superfici fittamente ornate ad altre lisce a specchio , è del tutto insolita, come pure insolita è la presenza di motivi particolari, che sembrano costituire sigle di bottega, come le cartelle della base che racchiudono conchiglie di cui ricalcano la forma. Questi caratteri inconsueti non consentono di avvicinare questa parte del calice a nessun arredo conosciuto di produzione toscana, ma neppure di altri centri artistici italiani, come Genova, Torino, Milano, Venezia, Roma, Napoli, Palermo, Messina. E' probabile, quindi, che si tratti di un oggetto uscito da una bottega pisana del tempo. La seconda parte, costituita dal sottocoppa, è chiaramente un'aggiunta posteriore. I documenti, nei quali il calice non è ma i menzionato, non forniscono alcuna notizia al riguardo. Tuttavia si può azzardare un'ipotesi: l'assemblaggio delle due parti potrebbe essersi reso necessario per sostituire il sottocoppa originario consegnato durante le spoliazioni del 1799. Infatti, una nota contenuta nell'inventario del 1794 ci informa che simili smontaggi di arredi avvenivano realmente in tali occasioni, forse allo scopo di raggiungere una quantità prestabilita di metal lo prezioso da portare alla Zecca. In ogni caso, le caratteristiche stilistiche del sottocoppa, che presenta un ricco apparato decorativo tardobarocco molto diffuso nella produzione seriale delle botteghe fiorentine, sono le stesse della base e del fusto, benché l'organizzazione dei motivi sia i n totale disaccordo con quella della parte restante del calice. Perciò, anche per il sottocoppa si può ipotizzare una datazione agli anni 1760-1770
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665730
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665730
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2014
  • ISCRIZIONI bordo della base - EX MUNERE MICHAEL-ANG. FROSINI P. PISAN. EQUIT- PRIORIS- D: STEPH- I.V.D - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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