Marsia Medici e Diana Efesina. statuaria antica
stampa di riproduzione
1653 - 1653
Perrier, François (1590-1650)
1590-1650
PERSONAGGI: Diana Efisia; Marsia
- OGGETTO stampa di riproduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
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ATTRIBUZIONI
Perrier, François (1590-1650)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Grafica di Pisa
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Lanfranchi
- INDIRIZZO Lungarno Galilei, 9, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sulla tavola sono riprodotte due statue antiche provenienti da due delle collezioni più importanti della Roma del XVII secolo. Il “Marsia” faceva parte della collezione Medici ospitata nell’omonima villa sul Pincio e acquistata dall’allora cardinale Ferdinando da un’altra importante collezione romana, quella Capranica. Marsia, legato all’albero in attesa del suo supplizio, era accoppiato ad un’altra statua, ancora più celebre, l’Arrotino. Perrier, che lo rappresenta "integrando" l'albero e trasformandolo in una palma, probabilmente le vide ancora accoppiate ma mentre l'Arrotino venne trasferita a Firenze (e collocata nella Tribuna degli Uffizi) già nel 1677; il Marsia rimase a Roma fino allo smantellamento della collezione di statuaria avvenuta dopo l’estinzione del casato mediceo e il trasferimento, ad opera dei granduchi Lorena, di gran parte della statuaria antica a Firenze, divisa in parte tra gli Uffizi e in parte al Museo Archeologico. Il Marsia trovò collocazione agli Uffizi, andando a fare “pendant” con un’altra statua di soggetto omologo, il cosiddetto “Marsia Rosso” presente nelle collezioni medicee sin dal giardino allestito da Donatello per Cosimo il Vecchio nel palazzo di Via Larga a metà del XV secolo. L’altra statua riprodotta è un’Artemide Efesia (chiamata da Perrier nel suo indice semplicemente "Natura Parens"), ovvero una personificazione allegorica di Artemide come “Dea Madre” tipica dell’Asia Minore e della città di Efeso, dove si trovava il grande tempio a lei dedicato. La posa frontale della statua riprende quella dell’idolo presente proprio nel leggendario tempio. Diana è qui rappresentata con molti seni, simbolo di fertilità, e attorniata da animali (due pantere sedute sulle braccia, due cervi ai lati e una serie di bucefali sulla veste) e indossa un lungo velo. Nell'edizione del 1638 dei "Segmenta" la Diana è identificata con la Diana Lancellotti, la più grande statua di Diana Efesia presente nelle collezioni Romane, rinvenuta a Villa Adriana e oggi conservata nella Galleria dei Candelabri del Museo Pio-Clementino di Città del Vaticano. Tuttavia la ricerca più recente ha evidenziato come le differenze tra l'incisione di Perrier e l'opera del Vaticano siano troppo marcate per essere anche solo una "copia con varianti", ed è stato evidenziato come invece si trovi un modello pressochè identico nella Diana Efesia dipinta da Raffaello sul soffitto delle Logge Vaticane. Perrier non avrebbe perciò copiato un modello antico ma un opera di un maestro moderno che aveva reinterpretato l'antico
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901401362-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Università di Pisa
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - FBP - Perrie, François - maiuscolo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0