Cristo in pietà sorretto dagli angeli e Padre Eterno

dipinto post 1639 - post 1639

Personaggi: Padre Eterno; Gesù Cristo; angeli. Simboli: Colomba dello Spir ito Santo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 320
    Larghezza: 157
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centrale
  • LOCALIZZAZIONE Città di Castello (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Mancini (1832) cita presente nell'altare maggiore della chiesa tifernat e della Santissima Trinità un dipinto del pittore Bernardino Gagliardi (16 09-1660), "un buon quadro esprimente la SS.ma Trinità ...Scorgesi nel mede simo il Divin Paracleto al di sopra dell'Eterno Padre sedente sopa il glob o del Mondo, di una semplice tunica all'ebrea rivestito con manto svolazza nte, il quale fra le ginocchia tiene la livida salma dell'estinto Salvator e con due grandi Angeli ai lati che il sostengono". Indica poi che questo fu probabilmente eseguito intorno al 1639, anno in cui la Confraternita de lla SS. ma Trinità di Città di Castello venne aggregata all'arciconfratern ita della SS. ma Trinità dei Pellegrini di Roma, nella cui chiesa si trova va il dipinto di Guido Reni raffigurante appunto la SS.ma Trinità. Il Cert ini nel suo Ragguaglio (1725), desumendolo forse dalle carte della Compagn ia del 1639, asserisce che il Gagliardi fece fedelmente "una bella copia d el quadro del Guido in Roma" ma già il Mancini sottolineava - "sproposito massiccio" - come questo non corrispondeva alla realtà, in quanto il Gagl iardi, che pure ammirava l'opera del maestro Guido, eseguì il dipinto di s ua invenzione probabilmente anche "col posteriore consenso dei Confrati" c he forse inizialmente avevano pensato ad una vera copia del dipinto romano quale suggello all'avvenuta aggregazione. Non si conoscono le traversie s ubite dal dipinto per giungere oggi alla chiesa dele Grazie, ma si tende a riconoscere in esso l'opera del Gagliardi. Come affermò il Mancini e alla luce dell'odierno restauro, si può ritenere "uno de' suoi più studiati di pinti", in quanto "..lo scarnato nudo del morto Gesù non è soltanto dottam ente disegnato, e di muscoli e d'ossa ben ritrovato; ma eziandio del medes imo il livido e cadaverico colore assai vivo espresso". Il Gagliardi sicur amente vide l'opera romana di Guido Reni, giudicata "uno dei dipinti più b arocchi" del maestro (Cavalli, 1955), sapientemente elaborata ed eseguita nel 1625, in quanto nel suo dipinto il corpo del Cristo ha le stesse sembi anze, gli angeli che lo sostengono hanno lo stesso modo di allacciare la v este sbuffata sui fianchi, anche se diversa è l'impostazione della Colomba dello Spirito Santo, del Padre Eterno e non compare la croce. Il Casale p oi (1984), considerando ancora valido il forbito giudizio del Mancini del 1832, indica questo dipinto frutto della sua maniera carraccesca temperata alla soavità di Guido, una vera esercitazione 'a la maniere de', afferman do che il meglio della produzione del Gagliardi sta soprattutto in quelle 'storie' che arricchiscono cappelle, oratori, chiostri, in quanto egli, li bero da preoccupazioni di decoro, libera una vena fresca ed arguta. Dipint o centinato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000075919
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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