crocifissione di Cristo

dipinto, 1622 - 1630

Personaggi: Gesù Cristo; San Francesco d'Assisi; San Diego; beato Giacomo della Marca; Santa Caterina da Siena. Attributi: (beato Giacomo della Marca) calice. Attributi: (Santa Caterina da Siena) giglio. Figure: angeli. Paesaggi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ridolfi Claudio (1570/ 1644)
  • LOCALIZZAZIONE Ostra Vetere (AN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è citata e attribuita a Claudio Ridolfi dalle fonti francescane seicentesche relative al convento di S. Croce, annesso alla Chiesa. Nelle Memorie si legge che sull'altare maggiore è il Crocisiffo e santi, "opera rara, e dele più Maestose, e meglio disegnate di Claudio Ridolfi Veronese da Corinaldo pittore del Duca d'Urbino, e tutto su la maniera sua grande, e di forza". Le vicende della tela sono legate alla storia della fondazione della chiesa di S. Croce che i frati Minori Osservanti costruirono a partire dal 1605 con sussidi del Comune e offerte dei nobili di Monte Novo. Tra questi si segnalarono Antonio Brunacci e Galeotto Arcangeli Carleni che "fece fare un ornamento di Marmi di Verona d'ordine Corinto molto vago" per inquadrare la tela del Ridolfi. Galeotto Arcangeli Carleni probabilmente comissionò anche la pala d'altare. Questa, secondo A. Ricci (1834) fu pagata cinquecento scudi che sembrarono al Ridolfi "così scarso compenso, da fargli credere di aver condotto quel lavoro quasi per elemosina". I lavori del convento e della chiesa furono portati a termine nel 1620. Sulla base di questa data e di altre notizie desunte dalle Memorie manoscritte la tela è stata assegnata al 1620. La Baldelli (1977) ricorda però che il pittore ritorna a Urbino da Verona nel maggio del 1621, ed è molto impegnato per realizzare l'apparato per le nozze di Federico Ubaldo della Rovere con Claudia dei Medici; la studiosa data dunque la Crocifissione al 1622 e "forse qualche anno dopo", notando infine l'ispirazione baroccesca, derivata dalla Crocefissione di Genova nota al Ridolfi dalla replica conservata nell'Oratorio della Compagnia della Morte di Urbino. Il dipinto in esame è una tipica espressione figurativa della religiosità controriformistica; la raffigurazione mobile ma contenuta e la semplificazione formale dell'opera la rendono intelleggibile a tutti secondo quanto era stato stabilito dalle conclusioni dottrinali del Concilio di Trento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100041244
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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