stalli del coro di Barili Antonio (ultimo quarto sec. XV, sec. XVI, sec. XVIII)

stalli del coro, 1484 - 1489

Il coro, di forma rettangolare, è posto nella parte terminale del presbiterio. Esso si compone di 19 stalli originali e di 3 frutto di restauro posti uno sul lato destro e due agli angoli. L'inginocchiatoio, nonchè la porta centrale del primo, sono opera di restauro. Gli stalli sono sovrastati da un cornicione intagliato con motivo ad ovoli ed intarsiato con un motivo a greca e da un architrave. Gli schienali degli stalli, piuttosto alti, sono inquadrati da una doppia cornice a tarsie che racchiude un repertorio di oggetti sacri e profani come croci, aspersori, calici, fruttiere, libri, forbici, e di paesaggi visti da sportelli aperti. I postergali, delimitati da una cornice, sono intarsiati con rosoni a forma di stella. I braccioli sono intagliati con motivi a racemi che avvolgendosi racchiudono ucelli, piccoli animali, lumache, fiori, mentre foglie di acanto sbocciano su di essi. I colori sono prevalentemente quelli naturali dei diversi legni con pochissimi tocchi di verde

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ intarsio
  • ATTRIBUZIONI Barili Antonio (1453/ 1516)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria Nuova
  • INDIRIZZO via de Tonsis, s.n, Fano (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il nucleo principale del manufatto proviene dalla distrutta chiesa di S. Maria Nuova in S. Lazzaro, mentre la restante parte è di ubicazione originaria. L'attuale coro della chiesa di S. Maria Nuova è il frutto di alcuni adattamenti subiti dal manufatto terminato dai fratelli Antonio e Andrea Barili nel 1489. Tali adattamenti risalgono, secondo Trionfi Honorati (1975), al trasferimento del manufatto dalla chiesa di S. Maria Nova in S. Lazzaro nell'attuale sede ed ancora al rinnovamento settecentesco di quest'ultima. La studiosa non accenna però alla trasformazione del 1641 attestata da una lapide di cui invece parla Pellegrini (1926). L'allogazione ad Andrea e Antonio Barili da Siena del coro è attestata da un documento dell'Archivio storico di Fano (Pellegrini 1926). Secondo l'analisi di Trionfi Honorati, estraneo al manufatto quattrocentesco è il cornicione che non rispecchia una tipologia propria del secolo e che invece poteva essere giustificato da una struttura più tarda a pilastri o colonne, mentre ancora frutto di uno dei riadattamenti è anche il sollevamento dello schienale e dei braccioli su alti tasselli. Tali riadattamenti possono spiegare certa disarmonia strutturale riscontrabile nel coro. La scelta del repertorio ornamentale delle tarsie degli stalli quattrocenteschi, rivela ascendenze settentrionali che gli artisti potrebbero aver mutuato dal contatto avvenuto ad Urbino con la cultura derivante da Ambrogio Barocci. Le tarsie rivelano un momento della cultura degli esecutori che ancora non concede nulla alla fantasia come invece avverrà più tardi nel coro di S. Quirico d'Orcia, opera di Antonio, che qui dal punto di vista compositivo si mostra assieme al fratello, peraltro sconosciuto alla letteratura artistica, legato al rigore formale della composizione sicuramente più semplice di quanto non sarà nelle sue prove successive (Trionfi Honorati 1975). Anche dal punto di vista tecnico le tarsie rivelano un livello ancora artigianale nell'accostamento di tessere piuttosto grandi che appare superato nella realizzazione del coro di S. Quirico d'Orcia completato nel 1502. L'intaglio rivela invece una particolare eleganza e raffinatezza esecutiva propria di Antonio Barili, seguace di Francesco di Giorgio (Trionfi Honorati). Il secondo ordine del coro, nonchè la porta che si trovava al centro degli stalli del primo ordine sostituiti rispettivamente dall'inginocchiatoio e da un'analoga porta assieme agli stalli di restauro di cui alla soprastante descrizione, sono il frutto di una buona ristrutturazione seguita alla parziale rovina subita dal coro durante l'ultimo conflitto mondiale. In uno degli stalli angolari andati perduti si leggeva la data di completamento del coro:1489. Una descrizione del manufatto prima di tale evento distruttivo si trova in Asioli (1926)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100246830
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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