Tritoni e Nereidi

dipinto murale, 1547 - 1547

All'interno del riquadro rettangolare del basamento, sotto la storia di Alessandro che custodisce le opere di Omero, è raffigurato un gruppo di creature marine fra cui un Tritone che soffia in una conchiglia. Dipinto in primo piano e senza profondità, il monocromo è color bronzo

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a secco
  • ATTRIBUZIONI Bonaccorsi Pietro Detto Perin Del Vaga (e Aiuti): disegnatore
    Tibaldi Pellegrino (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Caldara Polidoro detto Polidoro da Caravaggio
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castel Sant'Angelo
  • INDIRIZZO Lungotevere Castello 50, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il problema della datazione relativo all'esecuzione delle pareti è reso ancora più difficile dall'intervento di Tibaldi, documentato dalle fonti (Celio 1967; Baglione 1743) ma non dalle note contabili. A complicare il quadro si aggiunge la mancanza di notizie certe circa la formazione e l'arrivo del pittore a Roma. La critica è infatti divisa: gran parte degli studiosi, rievocando le tesi di Bodmer (1937) e di Briganti (1945) che datano gli affreschi al 1550-1553, propone l'ipotesi di un'interruzione dei lavori della Paolina dopo la morte di Perino (1547). Questa parte della critica sostiene che le pitture delle pareti non fossero portate a termine che fra il 1548 e il 1549-50, con un intervento massiccio di Tibaldi (Davidson 1966; Bruno 1970; Dumont 1973; Harprath 1978; Pugliatti 1984; Calì 2000). L'artista, sulla base di un progetto ideativo di Perin del Vaga (ipotesi accettata all'unanimità dalla critica), avrebbe realizzato parte della decorazione delle pareti con una certa libertà creativa. In particolare gli è assegnata l'esecuzione dei riquadri del basamento (Antal 1954; Gere 1960; Davidson 1966; Bruno 1970; Gaudioso 1976; Pugliatti 1984; Romani 1990; Calì 2000), attribuzione respinta da Hirst (1965), che nega la partecipazione dell'artista sia all'ideazione sia all'esecuzione di questa parte degli affreschi. A partire dagli studi di Gere (1960), e poi con l'analisi delle note contabili da parte di Gaudioso (1976), per la decorazione parietale è stata proposta una datazione al 1547, ipotesi accettata da Dacos (1982) e da Romani (1990). Superata l'attribuzione dei riquadri dello zoccolo a P. da Caravaggio (Borgatti 1902), di cui è stata rilevata l'influenza, Gaudioso (1981) ha proposto il nome di Giacomone da Faenza. Un'alternativa è offerta dall'ipotesi di Harprath (1978) che assegna la decorazione dello zoccolo a D. Zaga. A dimostrazione dell'unitarietà del progetto perinesco per la Paolina, Bruno (1970) sottolinea il rimando continuo dei temi del basamento agli stucchi della volta; così come i riquadri delle pareti sono legati, nell'iconografia, a quelli della volta. Davidson (1966) ha inoltre sottolineato l'influenza compositiva del basamento della stanza della Segnatura in Vaticano, realizzato da Perino dopo il 1541 (Parma Armani 1986). Ai riquadri del basamento sono stati riferiti alcuni disegni variamente attribuiti ai pittori sopra nominati, ma nessuno dei rimandi è diretto ad una scena precisa (Gaudioso 1981 con bibliografia precedente)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200186300-98
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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