monumento funebre di Arnolfo di Cambio (e aiuti) - ambito romano (prima metà sec. XIII)
Su uno zoccolo marmoreo si erge un'edicola formata da due colonne in pavonazzetto con capitelli a forma di basi di colonna, sorreggenti un baldacchino a parete. All'interno è posto un sarcofago a vasca, scolpito con satiri danzanti che sorreggono festoni di frutta, al di sopra dei quali si affaccia una coppia di coniugi; sui laterali sono scolpite teste di satiro. Su questo sarcofago è appoggiata una cassa affiancata da pinnacoli e completata sulla fronte da un fastigio a edicola, raccordato alla cassa da due spioventi con cornici gattonate. L'edicola culminale riprende la forma di una facciata di chiesa a capanna semplice con rosone mosaicato nel timpano, contraffortata da due pilastrini con pinnacoli apicali. Al centro, entro una nicchia archiacuta, è collocata una statuetta della Madonna in trono col Bambino. Il fronte della cassa e del fastigio sono intarsiati da specchiature mosaicate di diverse forme geometriche, con tessere disposte in textures (continua in ANNOTAZIONI)
- OGGETTO monumento funebre
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MATERIA E TECNICA
marmo/ incisione/ scultura
marmo pavonazzetto
pasta vitrea/ mosaico
stucco/ modellatura/ pittura
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ATTRIBUZIONI
Arnolfo Di Cambio (e Aiuti)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Maria in Ara Coeli
- INDIRIZZO piazza Venezia, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La critica ha da tempo individuato il committente del monumento e della cappella funeraria in Pandolfo Savelli, qui tumulato accanto al padre. La cronologia dell'opera si lega a quella dell'impesa architettonica, collocata concordemente dagli storici nell'ultimo decennio del XIII, ad eccezione di Herklotz (1983) che la ritiene posteriore alla nomina senatoriale di Pandolfo, conseguita nel 1297. Il progetto architettonico è stato unanimemente assegnato ad Arnolfo di Cambio, che si ritiene abbia avuto la funzione di caputmagister anche per la decorazione scultorea e i monumenti funebri. La mano dell'artista è individuata infatti nella Madonna col Bambino del fastigio, ma la fattura della cassa, che si discosta dal suo stile, va assegnata a collaboratori del maestro, forse provenienti dall'ambito dei marmorari romani. La valutazione stilistica deve tener conto anche delle modifiche che l'opera ha subito nel 1727, quando la cappella venne completamente ristrutturata e i monumenti Savelli furono alterati: i baldacchini gotici originari, ritratti su disegni seicenteschi, vennero sostituiti con quelli odierni e i frontali delle casse vennero smontati e ricollocati con qualche rimaneggiamento nei mosaici, che mostrano caratteri piuttosto anomali rispetto alla produzione tardoduecentesca romana . Nel monumento è stato reimpiegato un sarcofago dionisiaco datato dalla critica al II o III secolo d.C.; di reimpiego sembrano anche le colonne del baldacchino, che il Cellini (1955) ha proposto provengano dall'antico ciborio della cappella (Carta/ Russo,1988; D'Achille A.M.,1991, entrambi con bibliografia precedente)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200248798
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI base della cassa - + HIC. IACET. D(omi)N(u)S. PA(n)DULFUS. D(e) SABELLO. (et). D(omi)NA. A(n)DREA. FILIA. EI(us). Q(ui). OBIER(un)T. AN(n)O. D(omi)NI. M. CCC. VI. I(n)VIG. B(ea)TI. L(vce) - caratteri gotici - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0