Caccia al cinghiale. scena di caccia
stampa stampa di invenzione,
1595 - 1595
Tempesta Antonio (1555 Ca./ 1630)
1555 ca./ 1630
caccia al cinghiale. Figure: cacciatori. Animali: cavalli; cane. Paesaggi. Oggetti: lance
- OGGETTO stampa stampa di invenzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
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ATTRIBUZIONI
Tempesta Antonio (1555 Ca./ 1630): disegnatore/ incisore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Giacomo e Nicola Giuliani
- LOCALIZZAZIONE Castello Pandone Museo Nazionale del Molise
- INDIRIZZO Via Tre Cappelle, Venafro (IS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La raccolta, miscellanea di disegni, acquerelli, bozzetti, stampe etc. di vari artisti attivi nei secc. XVII e XVIII, fu recuperata nel 1983 presso le famiglie Iannadrea e Tirabassi, eredi dei Giuliani, Giacomo, padre, e Nicola, figlio, pittori e decoratori di Oratino (CB) operativi in ambito napoletano a cavallo dei secc. XIX-XX. Nicola, allievo di Domenico Morelli, la acquisì dagli eredi di Ciriaco Brunetti, pittore e decoratore oratinese attivo in tutto il Molise dalla prima metà del sec. XVIII agli inizi del XIX. Nel 1990 è stata acquistata dal MIBAC e custodita dalla locale Soprintendenza (specifiche dell’atto del 29/10/1990: 375 disegni su fogli singoli; un taccuino di 27 fogli, un taccuino di 21 fogli, un taccuino di 141 fogli, un volume rilegato contenente 54 fogli, 129 incisioni e 24 bozzetti ad olio su tela o cartone). Considerato che su un foglio sono stati realizzati più disegni-bozzetti-schizzi, il fondo è costituito da 700 disegni circa, di cui oltre la metà acquerellati, e da circa 330 stampe, italiane e tedesche, dei secc. XVI-XVIII. L’importanza del fondo è data dalla sua unitarietà trattandosi di materiale di uso quotidiano, giunto quasi integro fino a noi, di un pittore gravitante in ambito provinciale, la cui produzione superstite è purtroppo oggi riconducibile solo ad una serie di dipinti, conservati in chiese molisane. Testimonia, inoltre, non solo la quotidiana, costante attività del Brunetti nell’ambito dei soggetti decorativi, ma anche l’operosa attività di una bottega oratinese in cui praticavano più esponenti dello stesso ambito familiare (Pietro, Beniamino, Benedetto e Stanislao Brunetti). Le opere, restaurate per oltre il 50% in tre fasi, dal 1992 al 1995 dai restauratori C. L. B. Borruso e P. Crisostomi, sono state custodite presso i depositi della Soprintendenza fino al 2015 anno di definitiva collocazione presso Castello Pandone di Venafro, dove, a rotazione, fanno parte dell’esposizione permanente del Museo. II Bartsch documenta un foglio viennese con la "Scena di caccia al cinghiale" consentendo l'identificazione dell'incisione in Collezione Giuliani come opera di Antonio Tmpesta, che ha firmato la "Scena di caccia al leone" presente nella raccolta. Il Tempesta, attivo a Roma tra la seconda metà del XVI secolo e i primi decenni del XVII, è stato pittore ed incisore. Privilegiando spesso i soggetti venatori di cui è richiestissima la sua produzione a stampa, l'opera di piccolo formato non manca di una sua efficacia visiva nella costruzione dei piani spaziali definiti dal gruppo di figure disegnate con una profonda linea di incisione che si schiarisce procedendo verso i piani di fondo e la vegetazione all'orizzonte. La raccolta con scene di caccia fu pubblicata dal Tempesta nel 1595 con dedica a Nerio Dragomanno come si legge sul frontespizio pubblicato da Bartsch (1983)
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400071508
- NUMERO D'INVENTARIO 34378 (I 28/ 51)
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
2016
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda catalogo (1)
scheda catalogo (2)
scheda catalogo (3)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0