bifora - ambito Italia meridionale (prima metà sec. XIV)
bifora
post 1300 - ante 1332
La bifora presenta un arco a sesto leggermente acuto, decorato con un triplice motivo a zig-zag e una sottile modanatura nella parte più interna, e due archetti trilobati nella lunetta. Alla base dell’arco i piedritti presentano a sinistra in bassorilievo un tralcio vegetale che fuoriesce da un piccolo drago e a destra delle palmette a tre o più lobi. Al disopra degli archetti, al centro e su due livelli, sono rappresentati due stemmi. Lo stemma sul livello più alto è angioino e mostra uno scudo di forma gotica seminato di gigli di Francia con un lambello a tre pendenti in capo ed una bordatura a scacchi. Lo stemma al di sotto è costituito da una fascia con tre losanghe
- OGGETTO bifora
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MATERIA E TECNICA
pietra/ incisione
pietra/ scultura
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
- LOCALIZZAZIONE Municipio
- INDIRIZZO via Giustino Fortunato, 29, Atella (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme al portale del convento di Santa Maria degli Angeli questo manufatto è considerato da L. Derosa una delle prime manifestazioni artistiche della città. L’opera è probabilmente il prodotto di uno stesso ambiente culturale, aggiornato su nuove espressioni stilistiche e scelte artistiche ma caratterizzato da un forte legame ad un repertorio figurativo tradizionale (cfr. scheda ministeriale n. 1700169018; Derosa L., in Dal Casale alla terra di Atella, 1996, p.130). La stessa studiosa riconduce le forme e i modelli dei capitelli che decorano la bifora all’opera di Melchiorre da Montalbano, "interpretata ormai come un repertorio ornamentale da cui attingere forme e modelli”, e mette in relazione questo manufatto con il capitello della falsa bifora medievale all’esterno dello stesso complesso e con il capitello erratico oggi conservato presso il Museo "San Benedetto" di Atella (cfr. schede ministeriali nn. 1700169025 e 1700169026; Derosa L., op. cit., 1996, p. 127). Melchiorre di Montalbano è stato uno scultore ed architetto che si è probabilmente formato presso i cantieri federiciani di Castel del Monte e Lagopesole. L’artista ha lasciato la propria firma sul portale della Cattedrale di Rapolla, datato 1253, e sul pulpito di Teggiano del 1271, permettendoci così di circoscrivere il periodo di attività dello stesso alla seconda metà del XIII secolo (Grelle A., 2001, pp. 23-26, 236; Derosa L., op. cit., p. 127). La decorazione a triplice ordine di bande a zig-zag che decora l’arco, a sesto leggermente acuto, si diffuse nel XIV, soprattutto nell’edilizia civile. In merito agli stemmi presenti al di sopra degli archetti, lo stemma in basso è probabilmente riconducibile ad un fiduciario locale, lo stemma in alto riporta all’arme di Giovanni d’Angiò, fondatore della città. Questa attribuzione permette di datare l’opera al primo trentennio del XIV secolo, ante 1332, anno dal quale è possibile ritrovare nello stemma angioino la croce di S. Andrea per l’appannaggio di Durazzo (Derosa L., op. cit., pp. 128 - 129). Probabilmente il manufatto è stato rimontato in epoca successiva, in quanto lo stipite di destra non coincide perfettamente con l’imposta dell’arco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700169023
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0