Orfeo che incanta la natura al suono della lira e Perseo che uccide il drago per liberare Andromeda

cassone nuziale, ca 1501 - ca 1525

Il cassone presenta una semplice forma a parallelepipedo con coperchio piatto, orlato a gola semplice, sporgente sui laterali dove due robuste guide traverse sottopiano ne agevolano la chiusura. La base presenta una gola semplice ricavata direttamente nello spessore delle assi che compongono il fondo. Le pareti della cassa, assemblate agli angoli con fitte code di rondine, sono composte da assi di cedro (o cipresso?) contigue, incollate e bloccate da lunghi chiodi inseriti obliquamente con la testa in profondità nascosta da una toppa dello stesso legno. L’interno mostra tracce di un piccolo vano accessorio per riporre piccoli oggetti e gioielli. L'orlo delle assi è decorato a punzone con piccole losanghe impresse delimitate da leggeri solchi paralleli all'esterno. La fronte presenta due specchiature, delimitate da esili cornicette modanate, istoriate a tinta nera, ad imitazione forse della pirografia, su fondo ribassato e punzonato a piccole losanghe in modo da creare un effetto "a reticolo". Nel riquadro sinistro (da chi guarda) è raffigurato Orfeo seduto al centro di una valle, stretta da alte rocche su cui si arrampicano villaggi turriti, che incanta la natura circostante al suono della lira da braccio, mentre in quello di destra è rappresentato Perseo che libera Andromeda uccidendo il mostro che la tiene prigioniera legata ad una roccia al centro di un’ampia zona lacustre. Nella parte centrale della fronte, tra le due specchiature, è rappresentata un’imponente fontana a due vasche circolari baccellate. Dalla vasca inferiore, affiancata da due leoni che si dissetano, si dipartono simmetricamente dei girali fitomorfi all’interno dei quali, sulla vasca superiore, sono racchiusi un cervo ed un unicorno. Girali fogliati e figure zoomorfe (felini, rapaci, draghi) popolano gli spazi tra il sottopiano e le specchiature mentre ai lati esterni di queste ultime, all’interno di graziose edicole di linea rinascimentale, trovano posto due eleganti figure femminili stanti che suonano una chitarra, quella di sinistra, ed uno strumento a fiato (forse una cornamusa), quella di destra. Anche l’interno del coperchio presenta una pregevole decorazione a tinta nera ad imitazione anch'essa, molto probabilmente, della pirografia. Esso è orlato da una cornice a sinuosi elementi fitomorfi delimitata da sottili solchi paralleli praticati a graffietto. Al centro, articolati girali fogliati incorniciano uno stemma araldico, forse di natura puramente decorativa. Ai lati dello stemma centrale due specchiature, delimitate da cornicette modanate, racchiudono al loro interno una coppia di rapaci ad ali spiegate dal raffinato piumaggio, circoscritti da due volute fitomorfe su un prospettico pavimento a scacchiera. Completano la decorazione dell'interno del piano una coppia di alberi, posta ai lati esterni delle specchiature, che svettano simmetricamente verso l’alto con tratti ricoperti da copiose fronde o frutti. Anche i laterali del cassone erano decorati con disegni a tinta nera. Solo quello di sinistra conserva un labile tratto raffigurante un’aquila bicipite coronata ad ali spiegate all’interno di una cornice fogliata perimetrale

  • OGGETTO cassone nuziale
  • MATERIA E TECNICA legno di cedro/ intaglio, pittura, punzonatura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • LOCALIZZAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • INDIRIZZO Viale della Libertà, 465, Messina (ME)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cassa entra nelle collezioni del Museo dopo il terremoto del 1908 proveniente dalla chiesa o, più probabilmente, dal convento di Santa Caterina di Valverde. La tecnica decorativa ad intaglio piatto su fondo ribassato (champlevé), proveniente dall’area alpina di oltre confine (Svizzera, Germania meridionale, Tirolo, Carinzia, Austria) penetra agli inizi del secolo XV in Italia settentrionale attestandosi principalmente nelle zone dell’entroterra veneto, nella valle dell’Adige e nel Friuli dove si sviluppa per circa tutto il ‘500 proponendo stili decorativi propri del gotico internazionale ispirati ad una tipologia curtense per i temi lirici rappresentati densi di raffinati scorci di vita “cortese”, gradualmente soppiantati, negli esemplari cinquecenteschi, da scene a carattere mitologico tratte dalla storia e dalla letteratura greca e latina con particolare successo per le Metamorfosi di Ovidio i cui personaggi ben si addicevano alla funzione prevalentemente nuziale dei cassoni di tale foggia. A contorno di tali temi narrativi si sviluppava una decorazione a motivi fitomorfi e zoomorfi, quest’ultimi tratti ancora dai bestiari medievali, con evidenti funzioni simboliche oltre che decorative. L’opera è frutto, molto probabilmente, di una produzione semi-seriale con soggetti preconfezionati, condotta da esperte maestranze che riproducevano, anche in epoca tarda, tipologie appartenute al gotico internazionale non prive di contaminazioni con elementi della cultura figurativa veneta. Il disegno, realizzato molto probabilmente con l’ausilio di cartoni traforati, seppur non privo di ingenuità prospettiche denota una mano allenata e consapevole della tradizione pittorica colta. Il tratto trova notevoli affinità grafiche sia con l’arte della stampa, che agli inizi del secolo XVI ha in Venezia un centro propulsore, sia con quella della ceramica istoriata di cui ne condivide anche soggetti e temi narrativi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900266986
  • NUMERO D'INVENTARIO 1841
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Museo regionale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2022
  • STEMMI Centrale sotto il coperchio - GENTILIZIO - Stemma - Ai monti a sei colli sormontato di stella ripetuto tre volte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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