In vista dello stagno di Cabras. scena di vita campestre
stampa di invenzione
ca 1934 - ca 1935
Zara Igino (1909-2004)
1909-2004
Biasi Giuseppe (1885-1945)
1885-1945
Paesaggio: stagno. Figure: figure umane femminili adulte; figura umana maschile adulta. Abbigliamento: costume regionale. Attività umane: suonare. Costruzioni: case
- OGGETTO stampa di invenzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ linoleografia
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ATTRIBUZIONI
Zara Igino (1909-2004): incisore
Biasi Giuseppe (1885-1945): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Nuoro (NU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bene è parte della Collezione Pinna il cui primo nucleo risale ai primi anni del Novecento. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, l’avvocato e parlamentare Giuseppe Pinna (Sarule 1854 – Nuoro 1908) acquistò i ruderi del Convento dei Gesuiti, confinante con la Chiesa delle Grazie, siti nello storico quartiere di Seuna e ivi fece edificare la sua abitazione e il suo studio composto da tre vani in serie e da una sala d'aspetto (BIBH: BS255007). Una decorazione in ferro battuto incastonata nelle scale di accesso al primo piano, riporta la data 1904, anno in cui il proprietario dell’immobile fece costruire un secondo piano e la facciata in stile Liberty. La villa, oggi ampliata con l’aggiunta di un terzo piano e di un attico di proprietà privata, annovera tra le sue pertinenze anche alcuni locali del cortile risalenti alla fine del XVII secolo, un tempo di proprietà dei padri gesuiti. Dopo la morte di Giuseppe Pinna, ucciso nel 1908 da un ciabattino mentre tornava a casa, l’intero immobile e i beni furono ereditati da suo figlio Gonario Pinna (Nuoro 1898-1991), avvocato penalista, giornalista pubblicista, scrittore e deputato in Parlamento dal 1958 al 1963, che contribuì all’implementazione della Collezione (BIBH: BS255001; BS255002; BS255003). Nel 1991 i beni furono divisi tra le sue figlie e, in seguito alla scomparsa nel 2014 di Lucia Pinna, che abitava nella casa di via delle Grazie, le proprietà sono state divise tra i nipoti. Non si hanno notizie relative all’anno in cui la stampa entrò a far parte della Collezione ma la presenza di 14 pezzi di Giuseppe Biasi nella raccolta lascia supporre una predilezione del collezionista per l’artista e per questo genere di opere. Nello specifico “In vista dello stagno di Cabras” rientra nella “seconda stagione” dell’incisione di Biasi, impegnato, a partire dal 1928, in una produzione di alta qualità. Le sue linoleografie di questo periodo, lontane dalle stampe realistiche dei suoi contemporanei Stanis Dessy e Remo Branca o da quelle espressioniste di Mario Delitala, denotano un recupero di un tono arcaizzante rivisitato in chiave stilizzata. Il tema “di genere” trattato è quello delle donne riunite in cerchio nei pressi dello stagno di Cabras: le figure femminili occupano il primo piano imponendosi sulla scena come un blocco unico e scuro la cui massa è definita dall’utilizzo della sgorbia; dietro di loro il paesaggio è delineato con pochi tratti lasciando spazio alla luce. Purtroppo la scelta dell’artista di utilizzare fogli di non particolare pregio per le stampe ha causato il repentino ingiallimento dell’opera. La stampa è uno degli esemplari della serie “Vecchia Sardegna” e segna il “testamento iconografico” di Biasi secondo la definizione che ne diede lo stesso artista in una lettera all'amico Alessandro Pandolfi (BIBH: BS255013; BS255014; BS255015; BS255019; BS255020)
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000250686
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro
- ISCRIZIONI in basso a destra - G. Biasi/ Sassari - Giuseppe Biasi - corsivo alto-basso -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0