ANGELI CANTORI E MUSICANTI
dipinto
post 1475 - ante 1499
Nella porzione destra tre angeli cantori con i piedi nascosti dalle nuvole, quello centrale poggia le mani sulle spalle degli altri due, i quali a loro volta sorreggono un volume, presumibilmente di musica; a sinistra un quarto angelo, dalle ali vistose, suona il liuto.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
affresco staccato e riportato su tela
TELA
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
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ATTRIBUZIONI
Pittore Lombardo Del Xv Secolo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici di Pavia
- LOCALIZZAZIONE Castello Visconteo
- INDIRIZZO Viale XI febbraio, 35, Pavia (PV)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento con Angeli musicanti e cantori apparteneva, insieme al Padre Eterno tra cherubini (inv. P 646) e agli Angeli con strumenti a fiato (inv. P 546), alla decorazione raffigurante l’Assunzione della Vergine affrescata all’interno della chiesa pavese di San Bartolomeo in strada, sede degli olivetani, che venne demolita nel 1844, dopo essere stata inglobata a inizio secolo nel fabbricato di Casa Belloni. I lacerti, tornati alla luce in occasione della demolizione parziale della chiesa nel 1842, furono strappati e trasferiti su tela. Entrarono nella collezione di Giovanni Carlo Francesco Reale e, in seguito, vennero donati alla Civica Scuola di Pittura, dalla quale passarono per permuta nel 1912 ai Musei Civici. \nLa scena dell’Assunzione prevedeva Dio Padre sulla sommità e i gruppi di angeli musicanti, attornianti la figura della Vergine ascendente, che avrebbero dovuto accentuare la verticalità vorticosa della composizione. \nSi possono evidenziare alcuni elementi stilistici, come il dinamismo dei panneggi e il grafismo accentuato nelle linee di contorno e dei tratti che rimanda alla scultura lombarda di fine secolo.\nGià Donata Vicini (1981) aveva ipotizzato la presenza di due mani diverse nella realizzazione degli affreschi, supposizione poi confermata da Laskaris (2011). Nel dettaglio, una mano presenta tratti esecutivi più maturi, quali una precisione più netta nella resa di barba e capigliatura e una maggiore incisività della linea, e avrebbe dipinto sia il Padre Eterno che il frammento P 545. L'altro pittore realizzò invece presumibilmente gli angeli con strumenti a fiato, in cui però viene meno la plasticità. \nPer quanto riguarda la storia attributiva, Crowe e Cavalcaselle (1871) riferiscono gli affreschi ad Agostino da Vaprio e li datano tra gli ultimi anni del XV secolo e i primi del XVI, sulla base di un richiamo alla tradizione foppesca, agli esiti di Bergognone alla Certosa di Pavia, al linguaggio del Montorfano e del milanese Ambrogio Bevilacqua. \n
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Musei Civici di Pavia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0