calice - manifattura veneziana o Façon de Venise (fine/inizio secc. XVI/ XVII)

calice, post 1590 - ante 1610

Calice con coppa ad imbuto molto allungata e stretta. Corto stelo formato da un nodo costolato, ottenuto con la soffiatura a stampo, da un corto motivo cilindrico e da un nodo schiacciato, sul quale poggia la coppa. Piede a disco con doppio orlo. Segno del pontello.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA vetro incolore a soffiatura libera
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Veneziana O Façon De Venise
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Pogliaghi
  • LOCALIZZAZIONE Museo Pogliaghi - Paola
  • INDIRIZZO Via Beata Giuliana, 5, Varese (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La produzione di questo tipo di calice, denominato "a flute", è attestata sia a Murano che nelle vetrerie d'Oltralpe, soprattutto in Olanda e nelle Fiandre, che lavoravano alla façon de Venise. A Venezia questo tipo di soffiati rientrava, in particolare tra quei prodotti destinati all'esportazione, soprattutto verso i paesi fiamminghi, a differenza dei "boccali di spesso cristallo", preferiti, invece dal mercato inglese. La diffusione dei calici a flute nella produzione sia veneziana che à la facon de Venise è documentata dalla produzione figurativa seicentesca sia d'ambito italiano che d'area fiamminga: in una tela di un pittore caravaggesco, Cena in Emmaus, databile alla seconda metà del XVII secolo ( La natura morta 1995, p.179, n.52) e in un'opera di Simone del Tintore (1630-1708), Natura morta con canestra, piatto di frutta e brocca (La natura morta 2003, p.312-313) sono raffigurati due calici a flute; in un'opera dell'olandese, Gabriel Metsu (1629-1667), Coppia di innamorati alla prima colazione, é dipinto, nelle mani del giovane innamorato, un calice a flute dalla coppa particolarmente allungata (BAROVIER MENTASTI 1982, p.135, fig. 128). La datazione proposta per il nostro pezzo trova riscontri precisi in un confronto con un disegno, raffigurante un calice con il medesimo tipo di coppa e di corto stelo, della Bichierografia (1604) di Giovanni Maggi, ricca raccolta di disegni, in parte riproducente la collezione vetraria del Cardinal del Monte, al quale l'opera è dedicata (MAGGI 1977, vol. II, p.273). Diversi calici simili nella forma della coppa e dello stelo sono conservati in alcune collezioni pubbliche: nel Museo Ariana di Ginevra (BAUMGARTEN 1995 a, p.45, n.27); nel Museo Bagatti Valsecchi di Milano (BAROVIER MENTASTI, TONINI 2003, pp.389-390, n.463) e nel Museo Poldi Pezzoli (MARIACHER, ROFFIA 1983, p.242, fig.105). Due esemplari, conservati nel Museo Civico di Torino e nel Museo Calderini di Varallo (proveniente dal corredo vetrario di una Delle Cappelle del Sacro Monte), si discostano, invece, per il tipo particolare di coppa, sempre di forma allungata, ma schiacciata lungo tutto il corpo (MALLÉ 1971, p.46, fig.21; PETTENATI 1996, p.414, n.16).
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Pogliaghi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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