San Sebastiano
La statua raffigura San Sebastiano stante: le gambe sono leggermente divaricare e flesse, le braccia sono incrociate dietro la schiena e legate a un tronco di albero mozzato. La capigliatura lunga fino alle spalle è movimentata da ampie onde che incorniciano il volto e la nuca è sormontata da un’aureola circolare. Gambe e costato mostrano i fori che in origine ospitavano le frecce con cui fu martirizzato il santo (oggi disperse), in corrispondenza dei quali sono dipinte macchie di sangue. Entrambi i piedi appoggiano su un basamento ligneo ottagonale. Alquanto interessante è la definizione anatomica del corpo e la ricerca dell’espressività, tradotta sia nei volumi del corpo sia nell’espressione del volto con le labbra socchiuse e lo sguardo rivolto verso l’alto.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
legno/ scultura/ pittura/ doratura
- AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE MAST Castel Goffredo - museo della Città
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Antica Prevostura
- INDIRIZZO Via Andrea Botturi, 3, Castel Goffredo (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come la Madonna orante e il San Giovanni Battista, anche la statua di San Sebastiano, faceva parte del cosiddetto “Trittico dei Disciplini” in origine posto sull’altare marmoreo della Disciplina di Castel Goffredo dedicata a San Giovanni Battista. In particolar modo il volto presenta geometrie identiche e la stessa dilatazione delle superfici del viso della Madonna orante. Appare inoltre manifesto il confronto tra il santo goffredese e quello dipinto da Andrea Mantegna conservato al Louvre, prossimo alla Pala di San Zeno (1459), come dimostrano l’identica definizione anatomica dei due santi, la doppia legatura delle braccia sopra i gomiti, la bocca dischiusa e lo sguardo trasognato verso il cielo. La presenza di tre sculture (Madonna orante, San Giovanni Battista, San Sebastiano) di alta qualità, in origine nel medesimo luogo, suggerisce che la confraternita dei Disciplini volle lasciare un segno tangibile e perenne dei valori in cui credeva e nei quali si identificava, quelli di una comunità sensibile al culto, ai valori civili e alla bellezza artistica. L’ambito di produzione della scultura è da identificare con quello veronese di una bottega senza dubbio prossima a quella di Giovanni Zebellana o dei Giolfino, considerati tra i maggiori interpreti dell’arte mantegnesca nel legno.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE S23
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0