Quattro Castella (Reggio Emilia)/ castello di Mucciatella/ Interno del castello
Riprese del castello della Mucciatella a Quattro Castella nel 1920 (9 lastre)

negativo servizio, 1920 - 1920

Il servizio fotografico è costituito da 9 lastre alla gelatina di formato 21x27, 8 orizzontali (da N_000953 a N_000960) e 1 verticale (N_000952). I negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Su quasi tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Quattro Castella - Castello della Mucciola - Cappella di San Venerio
    Architettura - Castelli - Fortilizi - Soffitti - Fregi pittorici - Stemmi araldici
    Pittura - Affreschi - Dipinti murali - Secc. XV-XVI
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Castelli, Giovanni (1864-1921): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico, eseguito dal fotografo bolognese Giovanni Castelli, è costituito da un gruppo di 9 riprese, che documentano i resti del castello della Mucciatella - oltre ad un affresco della cappelletta pertinenziale - collocato nel territorio comunale di Quattro Castella. Gli scatti furono compiuti interamente in una medesima occasione nel 1920, ad un anno dalla morte dell'autore. Il castello della Mucciatella, edificato sull'omonimo colle a sinistra del torrente Crostolo nel territorio reggiano, fu un importante caposaldo del sistema presidiario d’epoca matildica, preposto al controllo della pedecollina sulla direttrice viaria che da Mucciatella conduceva direttamente a Canossa. Il fortilizio, citato per la prima volta in un documento del 1037, appartenne a lungo alla famiglia feudale dei Manfredi, e grazie alla sua posizione strategica - in quanto sperone più avanzato verso la pianura - passò alternativamente tra i possedimenti dei Canossa, dei Fogliani e dei Frosini. I resti dell'originaria costruzione, una volta esaurita la primitiva funzione difensiva, vennero inglobati in un edificio colonico: in alcune delle presenti immagini, l'aspetto del complesso pare effettivamente assimilabile a quello di un rustico rurale, adibito parzialmente a fienile e magazzino, come mostra N_000953 (in uno stato di semi-abbandono con crolli di alcune porzioni); il fototipo N_000956 mostra invece il sotterraneo originario dell'edificio, un grande ambiente voltato a crociera destinato a cantina, nella cui chiave di volta centrale compare l'arme dei Manfredi, inquartato di nero e d'argento (particolare del rilievo a stucco dipinto: N_000955). Il medesimo stemma si ritrova nel soffitto a cassettoni lignei dipinti della sala del piano terra (N_000960), la quale presenta anche un fregio pittorico che corre lungo le pareti (N_000957, N_000958, N_000959). All'interno del volume del 1965 di Maria Bertolani del Rio, I castelli reggiani (vedi BIB), si menziona un contemporaneo restauro in particolar modo del piano terreno diretto dal proprietario Franco Lombardini, con la presentazione di diverse immagini a corredo che mostrano alcuni interventi già avvenuti sia sull'esterno (medesimo angolo di ripresa di N_000954), sia sull'interno. Nello stesso volume, in una cappella isolata pertinente al fortilizio della Mucciatella è ancora segnalata la presenza dell'affresco con la Madonna in trono col Bambino tra i Santi Pietro e Venerio, titolare della dedicazione dell'edificio. Qualche anno dopo, nel 1968, il dipinto, variamente attribuito a Bernardino Orsi (attribuzione del professore Dino Mariotti) o ai parmensi Michele e Pier Ilario Mazzola (Nerio Artioli sulla scorta di Adolfo Venturi), venne "staccato, restaurato e sistemato nella villa di Montegaio di proprietà Saracchi a cui apparteneva, al tempo, l'attiguo castello", per via della demolizione della cappella stessa (successiva edizione del 1971 de I castelli reggiani di Bertolani del Rio, pp. 133-135). Il fototipo N_000952 mostra invece che l'affresco era già staccato nel 1920: la porzione di muro dipinta è sagomata entro un supporto e getta un'ombra sulla parete alla quale è ancorata. Giovanni Castelli (1864-1921) iniziò la propria attività di fotografo a Bologna nel 1891, presso Alessandro Cassarini (1847-1929). Insieme collaborarono al censimento fotografico dei castelli della regione; tale impegno permise un primo contatto con l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia (poi Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia), diretto dall’ingegner Raffaele Faccioli (1836-1914), sino al 1901. In seguito Castelli continuò in proprio la collaborazione con la soprintendenza, operando al rilevamento fotografico di numerosi beni architettonici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634130
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000952 a N_000960
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000952: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. I N. 221/INVENTARIO N. 3682/ LUOGO Quattro Castella (Reggio Emilia)/ MONUMENTO quadro esistente nella chiesa/ presso il castello di Mucciatella/ STAMPE N./ FOTOGRAFO/ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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