Ricostruzione postbellica del tetto di San Francesco a Bologna

negativo servizio, 1946 - 1946

Tutti i negativi erano originariamente contenuti in buste pergamine, conservate ora separatamente. Quasi tutte le matrici presentano le impronte del portalastre

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Architettura - Chiese - Tetti
    Ricostruzione postbellica - Impalcature - Ponteggi
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Francesco - Ricostruzione del tetto
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La basilica di San Francesco a Bologna, nota per le operazioni di restauro condotte tra Ottocento e Novecento da Alfonso Rubbiani e dalla sua Gilda, venne duramente colpita nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Già inserita nell’elenco dei monumenti nazionali del 1902, la chiesa fu bombardata in tre differenti occasioni: il 24 luglio 1943, il 25 settembre del medesimo anno e il seguente 22 marzo. Il servizio fotografico in esame, costituito da 6 riprese dello studio Villani, documenta le complesse operazioni di ripristino del coperto, distrutto nelle prime campate verso la facciata (data l’altezza della navata centrale le impalcature lignee dovettero raggiungere quote ragguardevoli e già la sola costruzione dei ponteggi impiegò notevoli risorse di manodopera e di materiale). Viste le similari condizioni di luce degli esterni, si presume che le 6 riprese siano state realizzate in una medesima occasione per mostrare lo stato di avanzamento dei lavori da diversi punti di vista, ad un anno dal termine del conflitto. Da un contributo del soprintendente ai Monumenti di Bologna, Alfredo Barbacci - che coordinò le operazioni di ricostruzione - è noto che a partire dal marzo del 1946: “Si costruirono le volte delle navi minori e il tetto relativo, rifacendo l'ordinaria orditura in legname, mentre sulla nave maggiore l'orditura venne interamente ricostruita in cemento armato e ancorata al cordolo già posto in opera, così da consolidare con un rigido coperchio reticolare i muri restaurati". Nel novembre di quell’anno i lavori descritti avevano trovato compimento. In uno degli ultimi volumi pubblicati sulla basilica francescana (Baldini Monari Virelli 2014, p. 52) si pone in evidenza la grande esperienza del soprintendente nell’uso del calcestruzzo armato e del laterocemento, materiali impiegati sia nella realizzazione del tetto (si veda N_001613 del 1947 con le possenti capriate in cemento armato del sottotetto ricostruito) sia nel ripristino della facciata (divisa in due parti con la sezione sinistra fuori piombo: si operò con una gettata di calcestruzzo armato in profondità per consolidare lo scalzamento delle fondazioni). Se N_001603 e N_001605 (veduta dalla zona presbiteriale verso la controfacciata) riprendono gli elevati ponteggi montati a cielo aperto nella nave maggiore, N_001606 mostra la navata sinistra il cui coperto protegge già dalle intemperie la parte sottostante. La suggestiva immagine N_001604 comprende, nella veduta dall’alto campanile minore, oltre alla voragine creatasi nel coperto basilicale, anche una panoramica della città verso la pianura ad ovest. Chiudono il servizio due riprese del fianco sinistro (N_001608) e di quello destro (N_001611, ripresa dal chiostro dei Morti, le cui iniziali campate del braccio settentrionale del loggiato sono già state ricostruite al grezzo). Oltre al manovale all’opera, nella lastra N_001606 sono ritratti due personaggi, distinti dall’abito: non è semplice potervi riconoscere con certezza Barbacci o uno dei funzionari della soprintendenza che collaborarono alla ricostruzione del complesso francescano (come ad esempio l’ingegnere Vittore Amaldi, direttore dei lavori, o l’architetto Arrigo Stanzani). Lo studio fotografico bolognese Villani realizzò numerose riprese per la soprintendenza ai Monumenti di Bologna del complesso francescano dall’inizio del secondo conflitto mondiale sino al completamento della ricostruzione nel dopoguerra
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640556
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_001603 a N_001606/ N_001608/ N_001611
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sulla busta pergamina di N_001603: recto - SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI DELL'EMILIA/ BOLOGNA/ MOBILE C SCAF. V N. 118/ INVENT. N. 14110/ PROV. Bologna COMUNE Bologna/ LOCALITA' Bologna/ MONUMENTO Basilica di S. Francesco/ Impalcature per la ricostruzione/ delle capriate/ FOTOGRAFO Villani/ DATA 1946/ OSSERVAZIONI -
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA faldone documentario (1)
    faldone documentario (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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