Il parco reale

a cura di Dalila Segoni, pubblicato il 04/03/2021

Il Parco reale della Reggia di Caserta è conosciuto in tutto il mondo: i due lunghi viali intervallati dalla serie di grandiose fontane sono stati immortalati in fotografie, stampe e disegni di ogni epoca; l’ampiezza della veduta paesaggistica toglie il fiato grazie al gioco prospettico, che da una percezione particolare dello spazio. Questo asse è stato denominato “La via dell’Acqua”, proprio perché collega monte Briano – il monte che chiude la fuga prospettica della via e dalla quale sgorga l’acqua che alimenta le fontane – con la facciata di accesso alla Reggia. Si tratta di un percorso di 3 chilometri, allietato dalla presenza di bacini d’acqua e decorati da sculture di notevole bellezza.

Celere - Torino, Caserta - Palazzo Reale, parco, veduta panoramica verso la Reggia dal bacino della grande cascata, gelatina ai sali d'argento, MPI145197 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Celere - Torino, Caserta - Palazzo Reale, parco, veduta panoramica verso la Reggia dal bacino della grande cascata, gelatina ai sali d'argento, MPI145197

E’ possibile stabilire con certezza che l’organizzazione spaziale del Parco reale, alla quale siamo abituati al giorno d’oggi, non sia sempre stata così. Infatti, analizzando i progetti e i disegni realizzati dall’architetto Luigi Vanvitelli, ci rendiamo conto che, nel corso del tempo, furono apportate delle modifiche al programma iniziale. Innanzi tutto, bisogna chiarire che il Vanvitelli si trovò ad operare su un terreno che era già stato impiegato in precedenza come giardino: questa zona infatti, era appartenuta alla famiglia degli Acquaviva. Giulio Antonio Acquaviva (1428 ca – 1481), principe dello Stato di Caserta, diede vita a dei lavori di ristrutturazione all’abitazione di campagna, trasformandola in una residenza di straordinaria bellezza, con boschetti e giardini all’italiana, ricchi di sculture e fontane. I Borboni acquistarono il feudo appartenuto agli Acquaviva una volta caduto in abbandono e sicuramente, il Vanvitelli tenne conto dell’originaria organizzazione del parco. Nel 1773, con la morte di Luigi Vanvitelli, il cantiere passò nelle mani del figlio Carlo, che apportò dei significativi cambiamenti al prospetto originario: il suo compito fu molto difficile in quanto dovette modernizzare il progetto secondo un nuovo gusto. Probabilmente, proprio in questo periodo di mutazioni, le sculture e le fontane degli Acquaviva andarono perdute, mentre altre furono reimpiegate nella decorazione del Giardino all’inglese. Anche se i progetti di Luigi Vanvitelli erano conosciuti dal figlio, furono modificati: delle originarie 19 sculture previste, nessuna fu mai realizzata. L’organizzazione del Parco reale che possiamo ammirare, ha come protagonista l’acqua: si getta da un’altezza di 82 metri dal monte Briano e alimenta le 6 fontane che adornano la Via; getti e spruzzi animano i gruppi scultorei incantati, nonché contribuisce alla sopravvivenza delle specie vegetali di tutto il complesso monumentale.

Bibliografia

Giovanni Maria Bagordo, Le architetture per l'acqua nel Parco di Caserta, Roma, 2009

Bibliografia in rete

Sito web ufficiale della Reggia di Caserta, 18/02/2021 (LINK)