Le saliere

a cura di Simone Gliottone, pubblicato il 15/02/2024

In questa sezione verrà data un'analisi delle saliere: oggetti entrati nel corso del tempo a far parte del servizio da tavola anche delle mense popolari. Oltre che per l'utilità di rendere disponibile ai commensali il sale durante un pasto, la saliera era uno di quegli indicatori che rendevano manifesta la classe sociale di appartenenza di chi aveva organizzato il banchetto. 

Forse è anche per questo motivo che una volta cercata la parola "saliera" nella barra di ricerca che permette di addentrarsi all'interno delle schede di catalogo digitalizzate, si scopre che, ad oggi, solo 8 risultati afferiscono al settore demoetnoantropologico. La quasi totalità delle saliere rientra tra i beni storici e artistici. La ricerca indica 379 oggetti catalogati anche se un piccola parte fa riferimento a dipinti, o altri beni, come la "Cena di Emmaus" di Pistoia Jacopino, in cui la saliera non è il bene catalogato ma un elemento di esso.

Saliera di Francesco I, Benvenuto Cellini Guerinf, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0 DEED
Saliera di Francesco I, Benvenuto Cellini

dal Catalogo

Nelle cucine medievali i contenitori per il sale erano sempre presenti e appartenevano a una manifattura di basso costo che impiegava la maggior parte delle volte legno o terracotta. Tra i ceti meno abbienti non era cosa rara che la saliera fosse un rudimentale buco nel muro vicino al focolare o accanto al forno per il pane. Parallelamente alla stratificazione sociale man mano più complessa presentatasi alla fine del Medioevo, si incontrò anche un cambiamento negli stili e nei materiali utilizzati per la produzione delle saliere. I legni impiegati cominciavano ad essere pregiati, così come lo erano gli smalti e i metalli utilizzati per la fabbricazione dell'opera-saliera. 

Il caso emblematico di questo processo è la saliera di Benvenuto Cellini. Lui, artista fiorentino esponente di spicco del Manierismo, nel 1540 si trovò in Francia presso la corte di Francesco I, sovrano molto attento a soddisfare le richieste degli artisti fornendo loro ogni sorta di materiale. La stessa gentilezza fu mostrata anche al maestro italiano che, vedendo rifiutato il suo progetto dal cardinale Ippolito d’Este, creò, in terra francese, nei tre anni successivi, la più sensazionale saliera fatta di oro, ebano e smalto che la storia abbia potuto incontrare. Osservandola, si viene colpiti dalle due figure principali fatte d’oro. Nettuno, armato di tridente, con i suoi quattro cavalli marini, che stanno a indicare la sua provenienza e la sua forza come signore delle acque marine; quest’ultime sono rappresentate dalle onde ottenute dalla lavorazione di smalto blu. Dinnanzi a lui vi è la Terra, Gea, che porta con sé fiori e frutti e siede su di un elefante, associato alla figura di Francesco I, per cui l’opera fu costruita. Accanto a Nettuno vi è un galeone, ornato con grotteschi mascheroni, che funge da contenitore per il sale; quello per il pepe invece è un tempietto ionico a fianco della dea. Non vi è spazio vuoto e l’occhio dello spettatore si potrebbe perdere negli infiniti dettagli rappresentati. Particolare da non trascurare è la posizione degli arti inferiori delle due divinità che si intrecciano simboleggiando l’unione delle terra e del mare. Questa saliera, famosa già nel XVI secolo, ha fatto ancora parlare di sé all’inizio del XXI secolo. Il giorno 11 maggio 2003 il Kunsthistorisches Museum, il più importante museo di Vienna, subì un clamoroso furto. Durante la notte alcuni individui riuscirono a trafugare la suddetta saliera e far perdere le loro tracce. Si ebbero ancora sue notizie il 20 gennaio 2006 quando fu fatto ritrovare solamente il tridente mobile in un sacchetto, all’interno di un parco di Vienna, accompagnato dalla richiesta di riscatto di 10 milioni di euro. La cifra richiesta dai saccheggiatori equivaleva a un quinto del valore stimato e attribuito all’opera. Due giorni dopo, il 22 gennaio, l’opera d’arte dell’artista italiano fu ritrovata nei boschi di Zwettl, nei dintorni di Vienna. Inizialmente si pensò ad un furto su commissione che solo un facoltoso collezionista avrebbe potuto architettare. Per il furto fu incarcerato Robert Mang, «un uomo austriaco di cinquanta anni, senza precedenti penali e con due figli». Insomma, una brava persona. Per questo mirabile gesto Mang fu condannato a scontare una pena di quattro anni nelle prigioni austriache. La domanda che sorge è lecita: manìa di possesso o semplice voglia di fare uno smacco alle autorità?

 

In quasi tutte le culture mediterranee il sale è segno delle alleanze e di protezione degli uomini con il divino, e anche di alleanza fra gli uomini. I riferimenti a questo sale sono molteplici sia nella Bibbia che in tutta la letteratura talmudica mostrando come il sale abbia assunto un ruolo fortemente simbolico anche all'interno dell'immaginario della tradizione cristiana e giudaica. 

Per evidenziare ancor più questo strettissimo legame tra il cloruro di sodio e la religione cristiana si analizza ora un particolare del Cenacolo di Leonardo da Vinci. Nell’opera è possibile isolare un dettaglio: un oggetto d'uso comune che, trovandosi rovesciato sulla mensa, acquisisce forti significati religiosi innescando un collegamento con l'agire umano e l'universo morale di riferimento. Il sale è rovesciato sulla tavola, Giuda è il personaggio più vicino ad esso, Giuda è la personificazione della saliera profanata. Perché l'artista ha inserito una saliera, per lo più violata a tal punto da far perdere quasi totalmente la sua utilità, in una rappresentazione tanto suggestiva? Il dipinto nella sua interezza è alto 4,60 metri e lungo 8,80 metri ed è ammirabile una volta recatisi nel refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie, nella città di Milano, dove l'artista toscano, tra il 1494 e il 1498 su commissione di Ludovico il Moro, con una tecnica tanto inusuale quanto inadatta per il supporto utilizzato, ci lascia un'istantanea fotografica del momento in cui Gesù annuncia fraternamente ai suoi discepoli l'imminente tradimento che verrà perpetrato nei suoi confronti. I volti dei compagni sono le perfette rappresentazioni delle differenti emozioni umane innanzi a una notizia tanto sconvolgente: ogni invitato al banchetto sente l'animo scosso e la muscolatura facciale si modifica e si deforma. I giochi e i ritmi di sguardi dei presenti si interrompono una volta che ci si focalizza su Giuda. Giuda Iscariota, secondo i Vangeli sinottici di Matteo, Marco e Luca, ha baciato Cristo identificandolo alle guardie inviate come colui che andava arrestato. Il compenso di trenta denari in cambio del servizio offerto al Sinedrio è presente nel dipinto e si trova stretto nel pugno del traditore che, attorniato dagli apostoli Andrea, Pietro e Giovanni, palesa il suo malessere davanti alle parole di Cristo, assumendo un'espressione di sospetto e rabbia assieme. La saliera e il suo contenuto sono stati rovesciati volontariamente da un convitato? Ciò che rende drammatico questo gesto è il significato del sale nell'immaginario giudaico-cristiano. Leonardo nella sua pittura si serve della saliera al fine di sottolineare il vile comportamento di Giuda. Quindi: se Cristo è stato tradito ed è stato proprio Giuda a commettere questo atto, quest'ultimo, che siede dietro alla saliera, ha appena rotto un legame importante, ha infranto un patto di fedeltà con il figlio di Dio e con tutti i suoi compagni.

L'ultima cena, Leonardo Da Vinci Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0 DEED
L'ultima cena, Leonardo Da Vinci

Bibliografia

Bergier J.F., Una storia del sale, Venezia, 1984

Laszlo P., Storia del sale. Miti, cammini e saperi, Roma, 2004

Bibliografia in rete

Rubata a Vienna la saliera d' oro di Cellini, 15/02/2024 (LINK)