Uomini e animali

a cura di Dalila Segoni, pubblicato il 04/03/2021

La scena è ricca di personaggi indaffarati a svolgere attività diverse - dalla caccia alla pesca, dalle partecipazioni ad attività militari a banchetti. Inoltre, l'artista si è divertito a raffigurare specie diverse di animali; alcuni sono stati identificati solo di recente: si riteneva che altri di essi fossero animali fantastici e mitologici. Grazie ai recenti studi archeozoologici, i ricercatori sono oggi riusciti ad identificare la quasi totalità degli animali presenti: ippopotami, pitoni, rinoceronti africani, orsi, iene, tartarughe e lontre, babbuini, cinghiali e ghepardi; non manca nulla nel mosaico rinvenuto a Palestrina. Grazie alle fotografie conservate presso la fototeca dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, è possibile ammirare i dettagli presenti nell'opera e apprezzarne la tecnica musiva.

Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, gelatina ai sali d'argento, MPI6099466 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, gelatina ai sali d'argento, MPI6099466

Nella parte superiore del mosaico, è raffigurato l'alto corso del Nilo Azzurro. Gli speroni rocciosi potrebbero rappresentare l'insieme di rilievi montuosi - conosciuti con il nome di "Acrocoro etiopico"- mentre, nella parte inferiore, l'artista ha raffigurato il delta del Nilo, arricchito da architetture e scene di vita quotidiana ma anche da imbarcazioni che solcano le acque del fiume. Su una tipica imbarcazione egizia, alcuni uomini si apprestano alla caccia dell'ippopotamo. Poco più avanti, all'ombra di un graticcio, si compie un simposio; grappoli d'uva pendono dal pergolato. Al di sotto, una schiera di personaggi parlano, suonano e si rilassano su di una lunga panca rivestita di stoffa e cuscini. Alcuni pastori si occupano del bestiame. Una capanna intrecciata di fasci di vimini si è salvata dall'inondazione del fiume e fa da sfondo ai due contadini circondati da numerosi uccelli acquatici. Non mancano scene di vita militare. Ai piedi una costruzione classica, sotto un portico colonnato, s'intravedono alcuni soldati che indossano armature, scudi ed elmi: si tratta forse una falange a riposo che sta celebrando una vittoria. Poco al di sopra di questa scena, si svolge un rituale sacro: un simulacro è portato in spalla da quattro servitori. Musici e sacerdoti assistono all'evento. Tra le rocce e le dune di sabbia invece, affiora una città, con edifici e mura: si tratta probabilmente di Alessandria d’Egitto e del suo porto. 

 

La parte superiore del mosaico è ricca di animali esotici. Tra questi, è possibile identificare tartarughe marine ma anche lontre che stringono tra i denti dei pesci. Tra scimmie e ghepardi, l'artista ha inserito anche un animale particolare: il grande pitone di Seba, un serpente africano di notevoli dimensioni. Nel mosaico, è raffigurato mentre mangia un uccello. Delle iscrizioni in greco accompagnano ogni raffigurazione animale; inoltre, non mancano animali mitologici: al di sopra di una roccia, una sfinge guarda fiera l'osservatore. La presenza di animali di specie diverse può essere interpretata come volontà di omaggiare le scoperte geografiche della dinastia dei Tolomei, alla guida dell'Egitto nel II secolo a.C. Inoltre, gli studiosi hanno ipotizzato un collegamento tra Praeneste - l'odierna Palestrina - e l'Egitto, attraverso l'associazione della dea Iside alla Fortuna Primigenia. Non deve essere stato un caso se questo grande mosaico dedicato all'inondazione del Nilo, sia stato scoperto in un edificio probabilmente consacrato al culto di Iside, in una cittadina romana dedicata alla Fortuna Primigenia. Numerosi restauri hanno modificato e alterato le scene rappresentate nel mosaico nilotico di Palestrina.

 

A partire dal XVI secolo, l’opera è stata oggetto di rimaneggiamenti e studi; celebri sono i disegni commissionati nella prima metà del Seicento dallo studioso Cassiano dal Pozzo (1588 – 1657): si tratta di 19 tavole che documentano con estrema minuzia la decorazione musiva del suddetto mosaico, di straordinaria importanza per ricostruire la storia dei restauri effettuati nel corso del tempo. Salvatore Aurigemma (1885 – 1964) – noto archeologo e soprintendente delle Antichità del Lazio dal 1942 – si è occupano a più riprese del mosaico di Palestrina. Oggi resta un documentario - intitolato “Il Nilo di Pietra”- realizzato dalla società cinematografica Ponti – De Laurentis, per la regia di Gian Luigi Rondi e sotto la guida di S. Aurigemma. Infatti, si stabilì che la società finanziasse i lavori per il restauro di consolidamento del mosaico, che il Ministero non poteva sostenere nell’immediato dopoguerra; da questa collaborazione furono realizzati due documentari, uno dei quali attuato con la supervisione di Salvatore Aurigemma. “Il Nilo di Pietra” è un cortometraggio didattico di straordinaria importanza, non solo perché mostra le varie fasi di manutenzione e recupero dell’opera, ma anche perché permette di cogliere dettagli incredibili delle figurine e degli animali che arricchiscono le scene rappresentate.

Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099462 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099462

Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099465 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099465

Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099464 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099464

Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099461 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099461

Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099463 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Edizioni Brogi, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, albumina, MPI6099463

Fotografo non identificato, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, gelatina ai sali d'argento, MPI6099459 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Fotografo non identificato, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, gelatina ai sali d'argento, MPI6099459

Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, gelatina ai sali d'argento, MPI6099467 Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Fratelli Alinari, Palazzo Colonna Barberini, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, Mosaico del Nilo, particolare, gelatina ai sali d'argento, MPI6099467

Bibliografia

Paola Torniai, Incontri a Palazzo Barberini Palestrina. Il mosaico nilotico prenestino nella Palestrina dei Barberini, Palestrina, 2016 , p.

Leonardo Salari, Giuseppina Ghini - Zaccaria Mari (a cura di), Mosaico nilotico di Palestrina: nuovi dati sulle raffigurazioni zoomorfe, Lazio e Sabina. Atti del Convegno. 8° incontro di studi sul Lazio e la Sabina, Roma, 2012 , pp. 349 - 357

Salvatore Aurigemma, Il restauro del consolidamento del mosaico Barberini condotto nel 1952., Rendiconti Pontificia Accademia romana di Archeologia, Roma, 1959 , pp. 41 - 98