La mappa della Locazione di Canosa ritrae prevalentemente il territorio che dalla città si estende verso Minervino e verso Lavello, quindi Melfi. Il paesaggio è quello che risale verso l’interno la valle dell’Ofanto, solcato dal corso del fiume e del suo affluente torrente Locone, entrambi storicamente fondamentali per l’economia del territorio pugliese. L’uso del suolo raffigurato è quello della pastorizia, non risulta infatti alternato all’uso agricolo: non vi è la presenza di mezzane, ma solo di poste con annessi gli jazzi. Le poste indicate da Antonio Michele sono numerose, posizionate sia sulla sponda destra che sulla sinistra del torrente Locone, tra i territori delimitati dalle città di Canosa e Minervino e divise dalla strada che collega Canosa a Lavello. Le uniche terre coltivate che vengono indicate sono quelle occupate dalle vigne sulla sponda meridionale dell’Ofanto, nei pressi del ponte. Sempre lungo il fiume Ofanto si trovano la mezzana dei preti e il poggetto del Duca d’Angelo. In questa tavola Antonio Michele rappresenta con particolare enfasi le risorse fluviali e gli attraversamenti. Il ponte romano sull’Ofanto, lungo la via Traiana, è descritto a triplo fornice, in muratura poderosa, mentre il ponte sul Locone, a fornice singolo, appare maestoso con la sua consistenza muraria, in cui prevale il pieno sul vuoto. I regi agrimensori dedicano grande attenzione e perizia nell’indicare le infrastrutture a rete, perché di indiscussa importanza sia per la fruizione delle terre doganali che per la gestione fiscale delle stesse. Sono sempre ben rappresentati il sistema viario, il sistema dei tratturi, che dovevano essere tenuti liberi da occupazioni abusive e ovviamente i fiumi con i loro ponti. Ritroviamo il ponte sull’Ofanto nelle locazioni di Canosa e di Valle di Candela, il ponte di Cervaro nella locazione di Castiglione e in quella di Pont’Albanito, il ponte di Candelaro nella locazione di Candelaro.

Interessante è la presenza dell’indicazione di alcuni ponti a rudere, denominati “ponti rotti”, come il ponte rotto di Ordona sul Carapelle e il ponte rotto di Ponte Albanito nella locazione del Feudo d’Ascoli.

Per quanto riguarda la segnalazione delle architetture, in questa tavola, come anche nella locazione di Andria, la città di Canosa è rappresentata da un castello ben più imponente degli altri, che emerge dall’abitato con poderoso Donjon. 

Antonio e Nunzio di Michele di Rovere, Atlante delle locazioni del Tavoliere di Puglia – Locatione di Canosa, 1686, Carta Archivio di Stato di Foggia
Antonio e Nunzio di Michele di Rovere, Atlante delle locazioni del Tavoliere di Puglia – Locatione di Canosa, 1686, Carta

dal Catalogo

Bibliografia

Matteo Ieva, Canosa dal territorio al castello. I caratteri di strutturazione territoriale in rapporto al sistema difensivo e alla nascita del castellum, Bari, 2004