Chiesa di Santa Caterina a Galatina

Basilica di Santa Caterina d'Alessandria
a cura di Sara Rutigliano, Veronica Santoni, pubblicato il 15/03/2022

Lasagnolo9, Duomo di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, 19 August 2020 Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0
Lasagnolo9, Duomo di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, 19 August 2020

dal Catalogo

Il signore di Galatina, Orsini Del Balzo Raimondo, detto Raimondello, tra il 1369 e il 1391 fece edificare la maestosa Chiesa di Santa Caterina per custodire la reliquia della Santa, tuttora conservata nel tesoro della chiesa, e per dare impulso ai riti latini. La splendida Chiesa di Santa Caterina a Galatina è stata dichiarata Basilica Minore Pontificia nel 1992.

La Chiesa presenta una facciata puramente Romanica a tre cuspidi e tre portali ornati da intagli in pietra leccese. La parte centrale è divisa orizzontalmente in due sezioni poste su piani differenti: la superiore rientrante e la inferiore sporgente. Lungo il profilo dei salienti si susseguono archetti rampanti ciechi a tutto sesto trilobati e al centro si apre uno splendido rosone contornato da due fasce intagliate e sormontato da un mezzo architrave aggettante sempre intagliato.

Nella parte inferiore sporgente si apre il portale principale, sormontato da un protiro a due colonne che poggiano su due leoni stilofori e sorreggono due aquile.

Sull’architrave del portone centrale è presente un bassorilievo raffigurante Gesù assiso tra i dodici Apostoli.

Elemento di stile puramente gotico invece è l’edicola di forma ottagonale, con sette grandi finestre a strombo interno ed esterno, che costituisce l’abside, aggiunta al restante corpo della Chiesa nel 1460.

L’interno della Chiesa di Galatina è a cinque navate, in fondo al coro si erge la tribuna ottagona realizzata dal figlio di Raimonello, il principe Giovanni Antonio Del Balzo Orsini entro il 1459.

Su volere della moglie di Raimondello, Maria d'Enghien, e del figlio le pareti interne furono decorate da nove cicli pittorici, realizzati a partire dalla prima metà del Trecento inoltratosi fino agli anni Quaranta del Quattrocento. La volontà del Signore di Galatina era creare un maestoso racconto che istruisse e ammonisse, utilizzando un nuovo linguaggio, un nuovo stile e forme diverse da quelle bizantine conosciute in quel territorio. 

 

Oggi le pareti sono un prezioso palinsesto vicino alla cultura figurativa tardogotica:

-        Scene dell'Apocalisse (pareti della prima campata e controfacciata)

-        Virtù e la Pazienza (vele della prima campata)

-        Storie della Genesi (seconda campata)

-        Sette Sacramenti (pareti laterali e volta)

-        Gerarchie Angeliche (volta della terza campata)

-        Storie della Vita di Cristo (pareti della terza campata)

-        Storie della Vita di Maria (pareti e volta navata a destra)

-        Storie della Santa Caterina d'Alessandria (pareti del presbiterio)

-        -        Evangelisti e i Dottori della Chiesa (volta del presbiterio)

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Buratta F. - Valente F., Galatina - Basilica di S. Caterina d'Alessandria - Affreschi - 1416-43 - La tortura della ruota, diapositiva C, gelatina ai sali d'argento/ pellicola,  2001, EK024866 Fondo Gabinetto Fotografico Nazionale, Archivi Fotografici ICCD
Buratta F. - Valente F., Galatina - Basilica di S. Caterina d'Alessandria - Affreschi - 1416-43 - La tortura della ruota, diapositiva C, gelatina ai sali d'argento/ pellicola, 2001, EK024866

Bibliografia

Russo F. - Marinelli A., La basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, 2005 , p.

Canali F. - Galati V. C., Il Complesso orsiniano della Basilica di Santa Caterina a Galatina (Lecce), un orizzonte UNESCO ... da 'circostanziare', «ASUP - Annali di Storia dell'Urbanistica e del Paesaggio», 1, 2013 , pp. pp.260-269

Casciaro Raffaele, La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina, 2019 , p.

altri approfondimenti


Altre risorse