Una sperimentazione per il mercato mediterraneo

La sigillata gallica marmorizzata
a cura di Ada Gabucci, pubblicato il 02/05/2021

Intorno al 30 d.C. nelle fabbriche di ceramica della Gallia meridionale, alcuni vasai particolarmente intraprendenti sperimentano una nuova finitura per il loro vasellame, una superficie marmorizzata giallo-rossa che doveva servire a distinguerli dai coevi e molto richiesti prodotti italici.

Sigillate marmorizzate dagli strati di accumulo delle discariche addossate alle mura di Torino
Sigillate marmorizzate dagli strati di accumulo delle discariche addossate alle mura di Torino

dal Catalogo

Negli ultimi anni del regno di Tiberio, intorno al 30, alcuni degli artigiani attivi a La Graufesenque, in una fase ancora di sperimentazione, cercano, pur rimanendo nel repertorio formale della sigillata gallica, di creare oggetti innovativi caratterizzati da una superficie marmorizzata che ottenevano mescolando una vernice gialla a quella rossa. La produzione viene portata avanti, per lo meno da alcune officine, fino alla fine del I secolo o, al più tardi, fino ai primi anni di quello successivo.

 

Il quantitativo di sigillata marmorizzata rinvenuto a La Graufesenque è davvero marginale poiché, su circa 40.000 frammenti riconducibili a un unico contesto che si data tra il 30 e il 100, solo 240 sono marmorizzati (0,6 % circa). I centri vicini ne sono quasi del tutto privi: nella valle dell’Hérault ad esempio, su 100.000 frammenti solo 9 sono marmorizzati. Più abbondanti sono le attestazioni di sigillata marmorizzata a Lione, nella Narbonese, e soprattutto in Spagna e in Italia: a Ostia un vaso gallico su otto è marmorizzato e a Pompei circa uno su undici.

 

Percentualmente molto consistente, invece, è la presenza di marmorizzata tra i materiali di alcuni contesti torinesi e soprattutto tra i materiali delle due grandi discariche addossate alle mura cittadine: su un totale di circa 250 frammenti di sigillata gallica databili tra l’età neroniana e l’età flavia, più di 50 sono marmorizzati e nei soli strati di accumulo della discarica interna alle mura sono stati rinvenuti tre marchi di fabbrica. Tra questi è da notare la firma di Senilis, un ceramista attivo in età claudio-neroniana, che non era ancora noto come produttore di vasellame marmorizzato.

Bibliografia

Ada Gabucci, Attraverso le Alpi e lungo il Po: importazione e distribuzione di sigillate galliche nella Cisalpina, Roma, 2017 , pp. 20-21

Martine Genin, La sigillée marbrée des ateliers de la Graufesenque: état de la question, S.F.E.C.A.G., Actes du congrès de Pézenas, Marseille, 2006 , pp. 231-243

Bibliografia in rete

DICOCER. Sigillée marbrée, 17/05/2021 (LINK)

Plat en céramique sigillée sud-gauloise, 02/05/2021 (LINK)