Cappelle votive ai caduti nella Grande Guerra del territorio umbro

a cura di Agnese, Mancini

Gli anni successivi alla fine della Prima guerra mondiale videro fiorire una grande quantità di monumenti e lapidi in ricordo dei soldati deceduti nel conflitto; una particolare forma di commemorazione si concretizzò nella realizzazione di strutture edilizie come cappelle votive ed edicole, costruite ex novo o sfruttando edifici preesistenti. La recente campagna di catalogazione dei monumenti ai caduti nella Grande Guerra ha reso possibile l’individuazione in Umbria di tali tipologie di opere. 

Monumento ai caduti della prima guerra mondiale di Rignano, Pietà
Monumento ai caduti della prima guerra mondiale di Rignano, Pietà

dal Catalogo

Tra i casi di reimpiego, si segnala la cappella ai caduti di Agello (Magione, Pg), risalente all’XI secolo e intitolata alla fine del XV secolo ai Santi Rocco e Sebastiano, protettori dalla peste; nel 1926 fu dedicata ai caduti della Prima guerra mondiale e successivamente a quelli del secondo conflitto mondiale e ai partigiani. A San Rocco è intitolata la cappella nella frazione di Giove (Tr), del XVI secolo, dal 1969 divenuta sacrario per i caduti di tutte le guerre. Per quanto riguarda le cappelle di nuova costruzione, è interessante notare la varietà degli stili impiegati, dal Neoclassico al Neorinascimento al Neogotico; non mancano esempi che documentano le tendenze architettoniche del Ventennio fascista o realizzazioni del tutto originali, che esulano da una classificazione su base stilistica. Il monumento ai caduti nel cimitero di Montefalco (frazione Rignano, Pg), del 1928, consiste in una cappella votiva a forma di tempietto classico; di analoga impostazione è il monumento ai caduti per la patria nel cimitero di San Giustino (Pg), post 1928. Nel 1921 l’architetto fiorentino Ugo Tarchi (1887-1928) esegue in stile neorinascimentale il piccolo sacrario di Montebello (Pg). La cappella della frazione di Pian di San Martino a Todi (Pg), eseguita dopo il 1925, presenta una facciata dalla particolare forma a croce latina, cimata da un’aquila e dotata di portale ogivale, elementi che riuniti conferiscono alla struttura un aspetto eclettico. Lo stile sobrio ed austero che caratterizza la cappella ai caduti di Lippiano (Monte Santa Maria Tiberina, Pg), opera del 1929 dell’architetto anghiarese Renzo Magrini, si riallaccia alla corrente architettonica razionalista. All’opposto, improntato allo stile eclettico e magniloquente è il monumento ai caduti di Montecastrilli (Tr) dell’architetto romano Cesare Bazzani (1873-1939), sorto nel 1929 come infermeria e trasformato in un secondo momento in edificio scolastico dedicato alle vittime del conflitto; anche in questo caso, alla sommità della struttura spiccano due aquile affrontate. Infine, un caso molto originale di monumento-cappella si trova a Narni (Tr): eseguito nel 1927 dall’architetto Pietro Lombardi (1894-1984), è fondato su un torrione delle mura di cinta medievali della città; esso si contraddistingue per la particolare forma a faro, dominante la sottostante vallata. La base del monumento ospita la cappellina votiva.