Fusione e battitura a maglio di contenitori di rame

XX

Un artigiano, in piedi di fronte ad una forgia, muove una #cava# incandescente servendosi di pinze; non appena la prima #cava# è pronta, la rimuove dalla forgia e la sostituisce con un'altra. Nel frattempo tre #magliari# stanno battendo una #conca# al maglio. Ciascuno di loro regge, con entrambe le mani, delle pinze che usano per spostare la #conca# e farla ruotare sotto il maglio. In un altro angolo della fonderia, un artigiano inserisce diversi oggetti di rame nel forno fino ad arrivare al punto di fusione. Il maglio è ora fermo, uno dei #magliari# si asciuga il sudore sulla fronte; poi il lavoro procede. Nel frattempo due operai prelevano il metallo fuso dal forno con dei grandi mestoli di ferro e riempiono dei crogioli di forma cilindrica; un terzo artigiano rende omogenea la superficie del metallo fuso servendosi di uno strumento a forma di pala. Intanto i tre #magliari# continuano nella battitura del contenitore, mentre uno degli operai ricopre il metallo fuso negli stampi con della cenere. I #magliari#, poi, iniziano a lavorare un massello a forma di disco. Il pezzo viene posto sotto il maglio e mosso con una grande tenaglia da un operaio seduto

  • OGGETTO fusione e battitura a maglio di contenitori di rame
  • CLASSIFICAZIONE TECNICHE
  • LOCALIZZAZIONE Force (AP)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sebbene il documento non faccia riferimento a una località specifica, si può desumere che la località presa in esame sia Force (AP). A Force, l'attività dei ramai ha avuto fino alla seconda gurra mondiale una rilevanza tale da costituire la principale attività del luogo. La presenza di ramai è documentata a partire dalla fine del 1500. Ne è testimonianza la presenza di un maglio costruito probabilmente nel XVI secolo da monaci farfensi. Secondo alcune ricostruzioni, l'arte del rame arrivò a Force con un gruppo di artigiani nomadi. Altri sostengono invece che furono i monaci farfensi a intraprendere questo tipo di attività. Altri ancora pensano che sia stato il maestro ramaio Felice Rosati, a diffondere a Force, nel XVIII secolo, l'arte del rame. Nel corso del XIX secolo l’attività dei ramai forcesi raggiunse il periodo di massimo splendore. Oggi, il lavoro dei ramai o #calderai# (da #caldai#, contenitori) di Force è documentato nell'esposizione del Museo del Rame e trova continuità nella presenza di alcune botteghe artigiane. In passato, i manufatti realizzati erano prevalentemente di uso domestico e spesso destinati alla cottura. Non mancava però una produzione di oggetti ornamentali. La lavorazione tradizionale del rame iniziava con la fusione di pezzi di rame riusato; il metallo, una volta fuso, veniva posto in crogioli per formare i masselli. Una volta induriti i masselli venivano posti sotto il maglio (spesso idraulico) per la battitura e la sagomatura. Le squadre di #magliari# erano di solito composte da circa 3-5 persone coordinate dal maestro forgiatore ed erano munite di grandi tenaglie. Il massello veniva riscaldato e rilavorato diverse volte, fino ad assottigliarsi e a prendere una forma cava. I vari semilavorati ottenuti dalla battitura costituivano poi i pezzi base per la lavorazione dei prodotti finiti, eseguita con battitura e formatura a freddo mediante mazzuole in legno e incudini. Nelle fasi finali, i prodotti erano decorati con diverse tecniche, tra cui: la martellatura, con produzione di sfaccettature mediate colpi di martello; la cesellatura, che consiste nell'incidere un determinato motivo sulla superficie; la lavorazione a sbalzo, con decorazione ottenuta lavorando un foglio di metallo dal retro, in modo da far sporgere i rilievi sul davanti. Per gli utensili da cucina si procedeva alla stagnatura, attraverso la quale l'intero recipiente veniva ricoperto da uno strato di stagno per aumentare la resistenza del rame. I ramai o #calderai# di Force avevano un gergo di lavoro, conosciuto come #baccaiamento# o #bakkajamendo#
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 11-ICCD_MODI_9921472394541
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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