crocifissione di Cristo
dipinto
1300 - 1310
Al centro, su un fondo azzurro, è il Cristo sulla croce: al di sopra, sulla destra, si vede un angioletto in volo. Ai piedi della croce, sulla sinistra, sono la Madonna, sostenuta da una delle tre Marie, e S. Giovanni Evangelista; sulla destra alcuni soldati
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oratorio di S. Siro, piccolo locale annesso al Duomo e comunicante con la sacrestia inferiore e la cappella del Crocifisso, è decorato con affreschi dedicati a S. Siro, primo vescovo di Pavia e patrono della città. Citato da una fonte non attendibile del 1260, riportata dal Drovanti che parla di una cappella di S.to Spirito esistente "in fondo all'oratorio di San Siro", sede della confraternita di S. Giovanni decollato (L. DROVANTI, La veneranda confraternita di San Giovanni Battista decollato nella città di Novara, Novara 1937) che diventa, dal 1476 al 1508 sede della Compagnia dei Disciplinati (Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Fasc. XIII, n. 64, teca L., Testamento di Francesco de Valenti, 26 aprile 1476; ID., Fasc. XII, n. 63, teca L, Pagamento al Signor Battista de Valenti, 9 settembre 1493; ID., Fasc. XII, n. 249, teca L, Dispensa ossia liberazione fatta al Capitolo congregatosi nella chiesa di San Siro, 9 dicembre 1508). Questo è uno dei pochi elementi certi che possediamo sulla funzione dell'Oratorio intoreno al Cinquecento. La lettura degli affreschi appare compromessa dall'aggiunta della finestra e del lavabo, la cui presenza potrebbe essere messa in relazione con i lkavori di restauro che hanno interessato l'ambiente alla fine del 500, quando fu adibito a sacrestia. La Gabrielli è la studiosa che cita per la prima volta l'affresco come "di stile gotico del XIII" (N. GABRIELLI, Repertorio delle cose d'arte del Piemonte. Pitture romaniche, Torino 1944, p. 34). Castelnuovo rileva "intonazioni orientaleggianti" nel dipinto (E. CASTELNUOVO, Appunti per la storia della pittura gotica in Piemonte, in "Arte antica e moderna", 1961, n. 13-16, p. 109) e la Segre Montel lo inquadra nel panorama della prima pittura gotica lombarda, al sorgere di una nuova corrente che vede "un più vivo spirito naturalistico nel riprodurre il costume" con inediti accenti cortesi che sono indice di influssi transalpini, forse mediati dalla miniatura (C. SEGRE MONTEL, Gli affreschi gotici lombardsi, V. I, Milano 1966). Romano analizza l'affresco nel quadro più ristretto della pittura novarese e vercellese e riconosce nell'opera "l'ipotesi alternativa di una nuova scioltezza di racconto, di un'attenzione più aderente alla realtà circostante" ritrovata negli affreschi di S. Leonardo a Borgomanero e in quelli di S. Remigio a Verbania, eseguiti dallo stesso maestro di Angera (Opere d'arte a Vercelli e nella sua provincia. Recuperi e restauri 1968-1979, Vercelli 1976, p. 3). In accordo con Romano, si ritiene che il dipinto sia da collocarsi non più tardi del primissimo Trecento e da attribuire ad un artista lombardo, con intonazioni orientaleggiati, sottolineate da Castelnuovo, leggibili nella fattura dei volti e degli sguardi. Nel contempo la presenza di un inedito naturalismo (si veda la Vergine e la figura piangente a sinistra) e il riferimento alla miniatura contemporanea, evidente nel gruppo di soldati a destra. Proprio questi ultimi suggeriscono riferimenti agli affreschi di Angera e al codice di Tristam, anche se la mano del ciclo è più rozza e meno raffinata e colta. Si verrebbero così ad incontrare riminescenze bizantineggianti con accenti di nuove suggestini realistiche e profane, denotanti un contatto con la cultura oltrealpina. Per questo ultimo aspetto bisogna tener presente a posizine gepografica di Novara, posta sulla via del Sempine e quindi non esente da influssi stranieri (M. L. TOMEA GAVAZZOLI, Villard de Honnecourt e Novara. I topoi iconografici delle pitture profane del Broletto, in "Arte Lonbarda", 1979, pp. 31-52; per l'ambito cultursale della crocifissine Arte lombarda dai Visconti agli Sforza, catalogo della mostra, Milano 1958; S. MATALON, Affreschi lombardi del 300, Milano 1963, pp. 357-358; P. ASTRUA, Arona feudo dei Borromeo, in Arona sacra, L'epoca dei Borromeo, catalogo della mostra, Torino 1977, pp. 64-65). In base alle considerazioni formulate, rimane da rilevare la che il ciclo di S. Siro e la Crocifissine furono eseguite in anni non distanti. Si potrebbe pensare che l'oratorio sia nato con la funzione di cappella di cui la parete con la Crocifissine avrebbe svolto fin dall'inizio al ruolo del luogo dell'altare, fatto per altro per nulla strano anche per un oratorio che vede privilegiata la vicenda biografica di un santo. Rimane di difficile interpretazione la sua origine, in una città come Novara legata al culto di altre figure di santi. S. Siro è, molto probbabilmente, da vedersi legato ad un momento strettamente contigente che non ha avuto seguito nei secoli successivi, tanto che nel XVI si srent5e la necessità di scialbare le pareti. Per la bibliografia si veda anche O. DEMUS, Pittura murale romanica, Milano 1969, p. 135; M. L. TOMEA GAVAZZOLI, Pievi del territorio novarese, in "Capire l'Italia. Il patrimonio storico artistico", Milano 1979, p. 42
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026696
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0