ritratto del vescovo Carlo Bascapè

dipinto 1600 - 1630

Entro una cornice di legno dorata, decorata da un tralcio floreale, è posta la tela raffigurante il vescovo, con piviale e mitra rossa e dorata, seduto, mentre regge con la sinistra un libro e con la destra una penna. Il fondo è bruno con drappo ocra a sinistra. In basso è una cartella mistilinea che accoglie l'iscrizione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA metallo/ doratura/ sbalzo/ cesellatura/ fusione
    legno, intaglio
    tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è il ritratto del Vescovo Carlo Bascapè. Esiste un legame storico fra l'edificio e il vescovo: Bascapè benedisse la prima pietra della fabbrica della chiesa di S. Pietro al Rosario il 30 aprile 1599. Successore di Pietro Ponzone, già generale dell'Ordine Barnabita, carica assunta nel 1586, Vescovo dal 1593, il Bascapé lasciò alla città di Novara ampia traccia. Uomo di cultura, già coaditore del Borromeo negli affari della curia milanese, trovò nella nuova sede episcopale disorganizzazione dei territori e un clero corrotto, ignorante, occupato in attività laiche, con la popolazione religiosamente abbandonata. Il suo operato si rivolse dapprima alla riorganizzazione e moralizzazione ecclesiastica, curando personalmente la diffusione della predicazione, ricostruendo le scuole della Dottrina Cristiana, fondando Confraternite e appoggiando la costruzione di nuove fabbriche religiose. La sua cultura, 18 opere stampate e 38 manoscritti, e i suoi interssi di storico, fecero delle visite pastorali nei territori novaresi un punto di riferimento sicuro per notizie sull'organizzazione anche civile delle terre e delle popolazioni. L'impegno civbile e morale del vescovo improntò così ampiamente la città di Novara che, inb questa, si trovano continui riferimenti alla sua opera e alla sua famiglia, fra cui il ritratto in esame, il terzo documentato a Novara: uno in S., Marco e il secondo al Museo Civico, trovato dal Morandi nei ripostigli dell'Ospedale Maggiore (L. CASSANI, G. B. Morandi, Direttore del Museo Civico di Novara, in B.S.P.N., XI, 1915, p. 219). L'imponenza della raffigurazione, con piviale dorato, mitra e i simboli distintivi della sua attività di uomo colto, penna e libro, con il cartiglio indicante anche la derivazione latina del nome, da un antenato che nel III secolo fabbricò a Milano, a sue spese, una Basilica dedicata a S. Pietro), indicamno l'ufficialità e l'importanza del ritratto originale a cui questo potrebbe fare riferimento. All'impianto cinquecentesco della figura, resa con volumi morbidi e chiaroscurati, si unisce un interesse per la definizine naturalistica dei particolari delle mani e del viso, molto luminoso, in cui si coglie lo sguardo intenso; caratteri stilistici che rimandano all'ambito pittorico lombardo del primo trentennio del XVII secolo. Per il ritratto si veda Novara sacra. Almanacco per l'anno bisestile 1840, Novara 1840, p. 77; La Novara Sacra del Venerabile Vescovo C. Bascapè, Novara 1878, traduzine e note a cura di G. Ravizza, p. 1, 34
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026890
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI sul recto, in basso, entro cartella - V. P. D. Carolus a Basilica Petri ex C.R.S.P./ alter Carolus Borro.us ab. INNO xi nuncup.us/ Obijt Novarie Cpis. G.rle Comes et Principis - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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