quattro continenti

decorazione pittorica,

I quattro continenti sono rappresentati da altrettante figure femminili sorrette da nuvole e contornate da architetture illusionostiche. L'Europa porta come attributi la croce, le chiavi, una cornucopia ricolma di fiori e di frutti; libri e carte musicali sbucano dalle nuvole. L'Asia porta piume di vari colori, profumi, pietre preziose e coralli. L'Africa è una regina scura di pelle con ai piedi incatenato uno schiavo e alla catena un leone. L'America è una cacciatrice seminuda con freccia in mano

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Pozzo Pietro Antonio Il Giovane (notizie Dal 1749/ 1798)
    Pozzo Giovanni Pietro (1713/ 1798)
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è da riferirsi a Antonio Junior e Giovanni Pietro Pozzo (o Pozzi) che collaborarono spesso sia nelle parrocchiali di provincia che nelle varie residenze dei Savoia in Piemonte. Numerosi e importanti sono i contatti e le collaborazioni dei Pozzo in cantieri, Palazzo Reale, Stupinigi, Moncalieri, che, dalla capitale esportano novità in provincia; in particolare per la chiesa di San Giuseppe, risulta importante la lezione dei veneti di cui il caposcuola è Giovanni Battista Crosato (Venezia1685 c.- 1758)-probabilmente voluto a Torino da Juvarra, seguito poi da Giuseppe Nogari (Venezia 1701-1763), Mattia Bortoloni (S. Bellino-Rovigo 1696-Mondovì 1750) etc. La certezza dell'attribuzione ai fratelli Pozzo della decorazione della Chiesa deriva da una lettera datata 1744 conservata nell'archivio parrocchiale di San Damiano. Questa è indirizzata al priore della Confraternita di San Giuseppe, Avv. Antonio Reyneri, dal Parroco di Costigliole Giambattista de Philippi di Baldissero, il quale loda l'opera dei fratelli Pozzo e li raccomanda ai confratelli di San Giuseppe: "...deponghino per tanto lor signori ogni timore a s'assicurino rimaner soddisfatti, non ritrovandosi Pittori maggiori massime nella Architettura, fra molti famosi a me noti...". La storia della chiesa di San Giuseppe è legata alla confraternita omonima a cui tuttora appartiene. La vicenda risulta lacunosa per la perdita della maggior parte dei libri relativi all'amministrazione, probabilemnte smarriti all'epoca del dominio francese con la soppressione delle Confraternite. I documenti, i libri e le carte sopravvissuti sono reperibili in una cassa presso la casa parrocchiale dove è anche presente una parte di archivio ordinato. La compagnia fu istituita nel 1563 con il nome di Compagnia degli Angeli e in onore del nome di Gesù, con l'approvazione del vescovo di Asti. Al 1565 risale un Ordinato per costruire la chiesa in un sito maggiore rispetto al precedente, concesso dalla comunità di San Damiano: insieme viene fabbricata una casetta attigua alla chiesa che diventa residenza del cappellano della Confraternita. Agli inizi del 1700 si iniziò poi l'edificazione dell'attuale chiesa: la data di inizio dei lavori è probabilemnte quella indicata sulla lapide incassata nel muro esterno della chiesa "Anno Domini MDCCXV Die XV iunii Confr. S. Nominis Jesu fundarunt", dunque 1715. Nel timpano della porta grande è scritto 1744: probabilmente relativa all'apparato decorativo della porta stessa. Nell'archivio è anche rintracciabile il capitolo della Confraternita con "Domenico Stromia di Sommariva del Bosco...lavoratore di cretta...s'obbliga di dar alla predetta compagnia tre milla tivole d'oncie sei di larghezza e d'alteza oncie oto, ben cotte e confezionate colaudate da esperti con sua vernice gialla verde e rossa..." (7 agosto 1741). Queste tavolette di ceramica servirono per coprire la cupola esterna dando un effetto iridescente. La pianta della chiesa -formata da due figure circolari di cui la prima, più grande, è il corpo centrale dell'edificio e l'altra il coro- e la sua struttura, riflettono il gusto tipicamente barocco della concezione di spazi creati dal piegarsi dei muri in giochi di sporgenze e di rientranze; tutta la struttura è arricchita poi dagli stucchi e dalle scenografie dipinte che rendono dinamica la percezione dello spazio ora nel senso della contrazione ora in quello della dilatazione. Il tema delle Quattro parti del mondo, già conosciuto nell'età classica, assume in questo contesto il compito di illustrare l'espandersi del messaggio religioso in tutti i continenti, e "ora seguendo la storia attuale delle nuove Missioni si traccia un tema valido anche per la pittura" (Griseri A., La metamorfosi del Barocco, Torino, 1967, p. 241 e seg.). Il tema era già stato anticipato da Andrea Pozzo (Trento 1642-Vienna 1709) nella chiesa della Missione di Mondovì (1676-1679); viene ripetuto e utilizzato a Palazzo Reale da Claudio Francesco Beaumont (1740c.), Vittorio Maria Bigari (1739) e Gregorio Guglielmi (1765c.). Le quattro rappresentazioni delle parti del mondo, anche se si differenziano per il carsattere profano dalle altre rappresentazioni pittoriche della chiesa di S. Giuseppe, si inseriscono in maniera omogenea nell'insieme dell'apparato decorativo, il che fa presupporre un progetto unitario che abbia compreso le scenografie, le figurazioni e gli stucchi. Bibliografia: Archivio Parrocchiale San Damiano d'Asti; F. Daneo, Il Comune di San Damiano d'Asti, Torino, Tipografia Derossi 1888, pp. 317-328 e pp. 522-523; M. Bernardi, La Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino, 1958; M. Bernardi, Il Palazzo Reale di Torino, Torino, 1959, p. 76 tav. X, p. 80 tav. XII, p. 112 tav. XXVIII; Schede Vesme, Torino, 1966, vol. III (alla voce); N. Gabrielli, Museo dell'Arredamento, Torino, 1966 (rist. 1979); L. Mallè, Stupinigi, Torino, 1968 (voce Pozzi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042328
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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