RELIQUIARIO, opera isolata - produzione piemontese (prima metà sec. XIX)

RELIQUIARIO, post 1814 - ante 1849

Cornice con profilo e luce rettangolare con vetro. Tipologia a gola; battuta liscia. Sulla fronte rivestimento in ottone argentato, lavorato a sbalzo e cesellato. Fascia interna perlinata; ampia fascia centrale con motivo continuo a coppie di foglie stilizzate affrontate alternate ad elementi floreali. Foglie di acanto accartocciate in corrispondenza degli angoli. Profilo esterno liscio; sul retro, in alto, gancio metallico circolare per sospensione. All'interno, su un fondo in velluto tagliato ad un corpo nero, sono collocati 27 reliquiari a medaglione disposti a scacchiera su sei file. Ciascuno di essi è incastonato in maglie in lamina d'argento sbalzata e cesellata costituite da due rami di alloro uniti da nastro. 21 reliquiari, all'interno, presentano decori in carta variamente ripiegata e tagliata, dorata o colorata, profilatura della cornice in cannutiglia argento ed oro; la reliquia è adagiata su carta dorata tagliata a raggera e, al di sotto, è posto cartiglio sagomato

  • OGGETTO RELIQUIARIO
  • MATERIA E TECNICA legno, intaglio
    argento/ sbalzo
    ottone/ argentatura
    seta/ velluto
    argento/ cesellatura
    CARTA
    CRISTALLO
    METALLO
    legno/ verniciatura
    cannuttiglia
  • MISURE Profondità: 4 cm
    Altezza: 50.5 cm
    Larghezza: 57 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] Due reliquiari laterali, in corrispondenza della seconda fila, presentano due reliquie; 6 presentano, all'interno, ornato analogo, ma hanno cartigli rettangolari e le reliquie poggiano su carta a forma di losanga bianca. Il reliquiario posto al centro della composizione ha la reliquia posta su carta ritagliata a forma di croce. Il reliquiario è documentato nell'ambito del patrimonio della Cappella della SS. Sindone a partire dall'inventario del 1880; nonostante la presenza di un'indicazione inventariale su etichetta riconoscibile, per la forma ovale, come quella in uso durante la compilazione degli inventari del 1880, (cfr. L. Leoncini, Regno di Sardegna, in E. Colle (a cura di), Gli inventari delle corti. Le guardarobe reali in Italia dal XVI al XX secolo, Firenze, 2004, p. 296, fig. 12), essa non ha trovato riscontro in alcuna indicazione documentaria che permettesse di verificare la sua precedente collocazione. Parimenti, non sono stati rinvenuti né sigilli all'esterno della teca, né è stato possibile verificare la presenza di eventuali punzoni, dal momento che nelle descrizioni inventariali note la cornice ad andamento continuo di foglie di argento che circonda la 27 teche è definita d'argento. Da un punto di vista stilistico, le singole componenti risultano essere dei reliquiari a medaglione di natura eterogenea, come attestano le diverse tipologie di cedulae, alcune delle quali risultano finemente ritagliate e scritte a mano, mentre altre hanno semplice formato rettangolare e sono stampate. Parrebbe dunque che si tratti di un assemblaggio ottocentesco di manufatti precedenti. Essi, da un punto di vista stilistico, rispondono alla tipologia di una particolare forma di reliquiario, detto "paperole", documentato a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). Per un confronto si veda un reliquiario conservato nella collezione Louis Peters dello Schnütgen-Museum, datato all'inizio del XIX secolo, cfr. U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede, in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 265-266, n. 154
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087952
  • NUMERO D'INVENTARIO 1992/ 149 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI fronte/ su vetro/ in basso/ su etichetta ovale - R. PALAZZO - TORINO/ sormontato da corona reale/ 149/ D. C - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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