Ritratto di Margherita di Valois con Carlo Emanuele I di Savoia

dipinto, post 1568 - ante 1568

In primo piano, al centro della scena, è rappresentata, stante e a figura intera Margherita di Valois. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. I capelli sono raccolti dentro un copricapo ornato da perle. Indossa una camicia e e al di sopra una veste dall’alto collo chiusa da gorgiera. Maniche a gigot, con tagli; corpetto trapunto di perle che formano collane, segnano anche il punto vita e l’asse mediano della gonna. Tiene con una mano quella di Carlo Emanuele I e l’altra è appoggiata sulla spalla dello stesso. Il principe è rappresentato di lieve tre quarti, stante, al di sopra di un gradino. Indossa un cappello con piuma e una veste abbottonata sul davanti, rigata, attraversata da tagli e chiusa da golilla. Al collo una collana di perle. Porta calze e scarpe visibili al di sotto dell’abito. A lato della coppia, sulla destra, un tendaggio con frangia chiude la scena. Dietro di loro è dipinto un tavolo scorciato. La stanza in cui è ambientata la scena è dotata, sulla sinistra, di una finestra dalla quale si vede un paesaggio con un corso d’acqua e sulla riva opposta un centro abitato, montagne verdeggianti e ampio brano di cielo. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia e fascia modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 175 cm
    Larghezza: 126 cm
  • ATTRIBUZIONI Caracca Giovanni (notizie Dal 1568/ 1697): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento. Il dipinto mostra Carlo Emanuele I infante, come si desume dalle due bande di tessuto che gli pendono dalle spalle e che venivano utilizzate per aiutare i fanciulli a imparare a camminare. Anche l’abito indossato, aperto sul davanti, la cosiddetta ungarica, è un tipo di veste che la società della seconda metà del XVI secolo/ inizio del XVII utilizzava per i bambini non oltre i cinque anni. Ricchissimo, tuttavia, è il tessuto con cui è confezionato, sia per la scelta del colore bianco, sia per la quantità di tagli praticati sullo stesso, in un raffinato gioco con le righe verticali che attraversano la stoffa. La duchessa indossa un elegante e ampio abito in tinta bruno-nera, colore della distinzione e del lusso per eccellenza secondo la moda lanciata da Carlo V d’Asburgo e accolta negli ultimi decenni del Cinquecento a livello internazionale, chiuso al collo dalla golilla e vivacizzato da una collana con pendente di perle. Il capo è ancora racchiuso entro una cuffia. Madre e figlio sono raffigurati uniti attraverso la gestualità delle mani, tema fortunato presso la corte sabauda, come denota l’esistenza di due esemplari simili, più antichi e di qualità parzialmente differente, l’uno, parimenti, presso il Castello di Racconigi che raffigura il principe in età un poco più avanzata, e l’altro, di collezione privata, datato al 1568, del tutto simile, anche per i caratteri dell’abbigliamento, a quello in esame, pertanto di vicina cronologia, seppure di mano diversa. L’esemplare in oggetto differisce inoltre per l’inserimento della finestra con veduta di paesaggio in cui domina la presenza di uno specchio d’acqua. Questo elemento, pur nella genericità della rappresentazione, potrebbe alludere al lago di Annecy in alta Savoia, sino alla fine del XVI secolo sotto il controllo sabaudo. In considerazione della varietà di artisti dediti al ritratto circolanti a corte in questa fase, alcuni di notevole da capacità, dal ferrarese Giacomo Vighi, detto l’Argenta, al faentino Alessandro Ardente, al neerlandese Giovanni Caracca (Jan Kraeck), e alla limitatezza dei dipinti riconducibili loro con sicurezza dalle fonti d’archivio, la paternità delle opere citate e vicine a quella in esame è stata dibattuta dalla critica che ha ritenuto opportuno sospendere il giudizio. Tuttavia, vale la pena di evidenziare alcuni caratteri del dipinto in oggetto che, pur con prudenza, possono avvicinarlo maggiormente all’attività, documentata dal 1568, del pittore di Harlem, pur figura poliedrica con incarichi che spaziavano dall’ispezione delle fortezze alla produzione artistica vera e propria. Notevole è, infatti, la ricerca nella resa dei dettagli delle vesti, si veda in particolare il raffinato tessuto di seta a bande verticali della veste di Carlo Emanuele, così come l’inserimento del brano di paesaggio, di possibile matrice d’oltralpe
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399539
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5528
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5528 (giallo) - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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