Ritratto di Filippo Emanuele di Savoia

dipinto, post 1600 - ante 1603

Il personaggio è rappresentato a figura intera, poggiante su un pavimento a scacchiera dipinto scorciato. E’stante, con il corpo quasi frontale e il viso ruotato di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Indossa una camicia con maniche che terminano con un pizzo che fuoriesce dall’armatura, finemente cesellata e ornata da un motivo a nodi sabaudi, analogamente alla gorgiera. Al di sotto dei fiancali si vedono i calzoni in ricco tessuto a bande verticali e le calze. Al collo porta il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata e al punto vita pende una cintura alla quale è fissato il fodero di una spada di cui si vede l’elsa, su cui poggia una delle due mani. L’altra tocca la celata di un elmo ornato da un ricco decoro piumato. Esso è posto sopra un tavolo, raffigurato scorciato, coperto da un tappeto profilato da passamanerie in filo dorato, analogamente al tendone che funge da quinta alla scena, dipinto nella parte superiore della scena. Sfondo neutro di colore scuro. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia e fascia modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 203 cm
    Larghezza: 105 cm
  • ATTRIBUZIONI Caracca Giovanni (notizie Dal 1568/ 1697): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento. Contrariamente a quanto indicato sulla tela, a sua volta erroneamente interpretato nella descrizione inventariale dei beni del castello redatta negli anni Cinquanta del Novecento, secondo i più recenti studi l’effigiato non corrisponde, né al duca Emanuele Filiberto (1528-1580), identificazione evidentemente erronea in considerazione dei caratteri dell’abbigliamento e dell’età del giovane raffigurato, né al nipote, omonimo, per il quale si giustificherebbe l’iscrizione Emanuele Filiberto II (1588-1624), ovvero il futuro viceré di Sicilia, ma il fratello maggiore Filippo Emanuele. Figlio primogenito del duca Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina Micaela, nacque nel 1586 e morì nel 1605, durante lo sfortunato viaggio di istruzione e accreditamento presso la corte spagnola intrapreso insieme ai fratelli Vittorio Amedeo e, appunto Emanuele Filiberto tra il 1603 e il 1606. L’identificazione è stata determinata dal confronto e dalle somiglianze con una altra tela, collocabile ai primi anni del Seicento in cui sono rappresentati tutti e tre i fratelli e da una seconda, sempre conservata a Racconigi, che mostra il principe a mezzo busto e ne dichiara l’età di 19 anni. Quest’ultimo elemento, indurrebbe dunque a collocare la data di esecuzione dell’opera in oggetto intorno al 1605, o forse poco prima della sua partenza alla volta della Spagna e dunque entro il 1603. Il principe, presumibilmente in posa per un ritratto ufficiale, esibisce alcuni elementi che alludono all’appartenenza alla dinastia sabauda. Innanzitutto, il collare dell’ordine supremo della Santissima Annunziata, quindi la decorazione dell’armatura con nodi sabaudi. Quest’ultima, per la qualità della lavorazione e la tipologia, risponde a una tipologia da usare per un torneo o festa di natura cavalleresca. Lo conferma anche il ricco ornamento di piume dell’elmo, per altro, nei colori rosso e bianco che alludono allo stemma dinastico. Anche la scelta del colore verde brillante per i tessuti d’arredo che completano il dipinto potrebbe alludere a valenze simboliche, al di là dell’elegante contrasto cromatico. I caratteri di stile dell’opera e la ricerca minuziosa del dettaglio nella resa dell’abbigliamento dell’effigiato hanno fatto ipotizzare che l’opera si possa ascrivere al neerlandese Giovanni Caracca (Jan Kraeck), attivo per la corte sabauda dal 1568 e noto per la produzione di ritratti. Le indicazioni inventariali presenti sul retro della tela confermano che l’opera fu condotta a Racconigi, insieme ad altre, per volontà del principe ereditario Umberto intorno agli anni Venti del Novecento. La tela in oggetto, sicuramente proveniente da altre residenze di corte, negli ultimi decenni del XIX secolo, per volontà di re Umberto I, era stata trasferita a Napoli, per arredare alcune sale della residenza reale nel capoluogo partenopeo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399540
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5528
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5527 (giallo) - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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