Allegoria di Mantova

rilievo,

Pennacchio di volta recante un rilievo in stucco bianco su fondo blu/nero e delimitato da due cornici in stucco dorato: l'interna caratterizzata da motivi a fusarole e valve di conchiglie, l'esterna da motivo di foglie (di quercia?) avvolte; tra le due cornici e lungo il profilo esterno del pennacchio corrono bordi dipinti in azzurro

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
    stucco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Ligorio Pirro (attribuito): inventore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 8/ Camera delle Virtù
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al centro del lato meridionale della volta si colloca un pennacchio di dimensioni maggiori rispetto agli altri e analoghe a quello posizionato al centro del lato opposto: come quello, il rilievo si compone di due figure con attributi associate a comporre un'allegoria. I due soggetti sono la personificazione di un Fiume e la Fortuna o Tyche, secondo l'iconografia classica: il particolare attributo della corona turrita della figura femminile e la sua associazione al Fiume, tuttavia, declinano l'immagine in una personificazione di città sulle acque. Bazzotti, Berzaghi (1986, p. 17) illustrano infatti l'allegoria nei termini di prosperità della città che pone i piedi nell'acqua versata dal Fiume e che potrebbe, pertanto, essere identificata in Mantova bagnata dal Mincio. Koering (2013, p. 362) precisa la natura composita della personificazione femminile (Abbondanza, Città e Fortuna, in base ai vari attributi) e concorda con l'identificazione già avanzata, sottolineando peraltro come l'immagine del fiume Mincio come uomo anziano disteso, in atto di versare acqua dal proprio vaso e accompagnato dal corno dell'abbondanza ricorra in un sesino dell'epoca di Guglielmo Gonzaga. Lo stato di conservazione del pennacchio è migliore rispetto a quello collocato al centro del lato opposto. In merito al restauro della decorazione in stucco dell'ambiente, condotto tra 1927 e 1931, ricorda Cottafavi (1931): il soffitto era “crollante, molti tratti dei festoni caduti ed altri ormai staccati. […] Dalle stanze soprastanti, dette delle balie, prive come erano di serramenti, le intemperie completavano i danni alle decorazioni della volta e alla tempera del lacunare centrale”. Per quanto riguarda la reintegrazione di stucchi, “solo nelle cornici, nelle mensole, nei capitelli, nei festoni con opportuni calchi si rifecero parti cadute o non più saldabili, altre si fermarono con opportune iniezioni di cemento o impasto di gesso, marmorina e scagliola: la maggior parte fu ripulita soltanto da spessi strati di polvere, di muffe e di sudiciume”. Come osservato dal Consorzio Arké in fase preliminare al restauro, condotto nel 1988 (cfr. Bazzotti 1989 e Consorzio Arkè 1989), “alcuni dei materiali usati [nel corso dell'intervento degli anni Venti] hanno a posteriori, incrementato il degrado, poiché il cemento o il gesso iniettati come consolidanti hanno provocato una fuoriuscita di sali solubili”. Distacchi e decoesioni di intonaci e stucchi sono stati quindi “risarciti tramite resine acriliche in emulsione o in soluzione; i depositi di polvere grassa sono stati rimossi con solventi organici”; conservati tutti i rifacimenti di stucchi eseguiti a stampo, fu invece eseguita la pulitura meccanica dagli ossidi di ferro di tutti gli elementi metallici a vista aventi funzione strutturale, seguita da trattamento con convertitore di ruggine e inibitore di corrosione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267677-1.3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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