Gesta di Diomede
volta,
1538 - 1538
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546)
1499 ca./ 1546
Rinaldo Mantovano (1502/ 1540)
1502/ 1540
Ghisoni Fermo Detto Fermo Da Caravaggio (1505 Ca./ 1575)
1505 ca./ 1575
Scaletti Luca Detto Figurino (?/ 1539 Ca)
?/ 1539 ca
Volta (reale?) a padiglione affrescata
- OGGETTO volta
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 3,00 m
Lunghezza: 13,60 m
Larghezza: 8,35 m
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ATTRIBUZIONI
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): disegnatore
Rinaldo Mantovano (1502/ 1540): pittore
Ghisoni Fermo Detto Fermo Da Caravaggio (1505 Ca./ 1575)
Scaletti Luca Detto Figurino (?/ 1539 Ca)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 26/ Sala di Troia
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La volta della sala non presenta partizioni di tipo architettonico, reali o dipinte, che possano determinare soluzioni di continuità della decorazione: questa, pertanto, si presenta unitaria. L'area centrale della volta ospita il cielo sulle cui nubi si collocano poche figure, mentre sui quattro lati sopra il cornicione si sviluppa un fregio di figure particolarmente serrato; agli angoli, l'incontro delle vele è celato da alberi dipinti. Il centro della volta costituisce il punto di partenza per la lettura dell'intero ciclo della sala, ma dibattuta è l'interpretazione della scena qui raffigurata: Giove in atto di sostenere Gea o Venere o, come recentemente ipotizzato (Koering 2013) la caduta di Ebe, il cui accantonamento a favore di Ganimede da parte di Giove fu una delle cause della guerra di Troia e motivo di discesa in campo di Giunone a favore degli Achei. La dea, seduta e accompagnata dall'attributo del pavone, assiste alla scena, chiusa a destra dal coppiere Ganimede e dall'aquila di Giove. Alcune figure secondarie, tra cui una probabile Fama sulla vela orientale, occupano lo spazio di cielo tra il centro e la base della volta: qui si collocano episodi di battaglia scaturiti da quella causa iniziale ma che, secondo l'intricato ordine di lettura del ciclo, nel quale Koering ravvisa un richiamo allo schema della tragedia, devono essere letti dopo le tre scene della parete sud. Il riferimento privilegiato è il libro V dell'Iliade, dedicato alle gesta del greco Diomede. Sulla vela nord si riconoscono da sinistra l'assalto vittorioso di Diomede ai figli di Darete, raffigurati sul carro trainato da cavalli, mentre il dio Vulcano scende dal cielo a proteggere l'unico dei due sopravvissuto; Agamennone in atto di uccidere Odio con un colpo di lancia sul dorso; Idomeneo scagliato su Festo, colpito dalla lancia alla spalla destra mentre sale sul carro. Il racconto prosegue sulla vela sud: al centro compare l'assalto dell'arciere Pandaro a Diomede che, ferito, implora l'aiuto di Minerva, discesa dal cielo, mentre il compagno Stenelo lo aiuta ad estrarre la freccia dalla schiena (cfr. schizzo di Giulio Romano a Vienna, Albertina); grazie all'aiuto divino Diomede torna a infuriare in battaglia (scene precedente e seguente) uccidendo tra l'altro i figli di Priamo, entrambi su un carro (prima scena della vela, cfr. modello di Giulio Romano a Londra, British Museum). Sulla vela ovest Venere soccorre il figlio Enea, a terra, mentre Diomede, con un grande masso tra le mani, tenta di avventarsi nuovamente sull'avversario ferito; Apollo giunge in aiuto a Venere, a sua volta ferita da Diomede, per portare via Enea; più in alto a sinistra vi è una divinità (femminile?) avvolta in un alone di luce entro una nuvola scura, non identificata. Sulla vela est, infine, infuria un combattimento attorno a un soldato che sostiene il corpo senza vita di un compagno, solitamente identificati come Aiace e Patroclo (Iliade, libro XVII): il gruppo ricalca il modello iconografico offerto dal rilievo con “Battaglia tra Romani e Galli”, appartenuto a Giulio Romano e conservato presso il Museo di Palazzo Ducale (inv. gen. 6759). Come sottolineato da L'Occaso (2015), nel fregio di figure sopra il cornicione i punti di vista si moltiplicano, pur nell'orchestrazione unitaria del vasto spazio, creando un fluttuare di profondità: la concezione della volta come “continuum” fungerà da modello per molti affreschi del periodo barocco. L'esecuzione degli affreschi spetta a Rinaldo Mantovano, Fermo Ghisoni e Luca da Faenza: in particolare, Ragozzino (2003) assegna a Rinaldo le figure di divinità al centro della volta (che Carpi e Hartt attribuiscono a Luca da Faenza); a Fermo Ghisoni, che Hartt dice autore di tutta la battaglia ad eccezione della vela ovest, data a Luca da Faenza, è unanimemente attribuita la vela orientale (cosiddetto “Combattimento attorno a Patroclo”)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267711-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0