Croce di Cristo

monumento ai caduti a lapide,

La lapide è fissata a circa 250 cm da terra sul muro di un edificio demaniale attiguo alla chiesa di S. Antonio da Padova, posta sul colle di S.ta Anna. E' piuttosto massiccia, ed ha una forma ad "L". La parte verticale, a sinistra, è composta da una mensola in basso, recante la concisa epigrafe dedicatoria e, in alto, da una lastra marmorea scolpita ad altorilievo, raffigurante un'allegoria: la vittoria alata porge fronde d'alloro sul capo di un combattente, in posizione eretta. Questi è ritratto in modo molto realistico nei dettagli dell'uniforme: l'elmo Adrian sul capo reclinato, la divisa, le fasce-mollettiere, le tipiche mostrine pentagonali e bicrome della fanteria al bavero della giubba. Egli è avvolto in un sudario, e impugna nella destra un'arma bianca che potrebbe sembrare un gladio, ma assomiglia anche alle daghe in uso nel XIX ed al principio del XX secolo sia nel Regio esercito che in quello Austro-ungarico. La parte destra della lapide, invece, accoglie i nomi dei 31 deceduti nella Grande guerra e dei 6 morti nel conflitto 1940-1945 (questi ultimi sfruttando gli spazi liberi della lapide). Per ognuno è riportato: grado, cognome e nome; sono in ordine di grado militare, indi alfabetico. Nella parte alta, la lapide presenta un fregio scolpito a bassorilievo ritraente un festone di rose, nel mezzo delle quali vi è una Croce di Cristo. Invece, nella mensola di supporto, sono incisi gli stemmi dei Comuni di Trento e di Trieste

  • OGGETTO monumento ai caduti a lapide
  • MATERIA E TECNICA marmo botticino
  • ATTRIBUZIONI Biondi Enrico (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Via Badia
  • INDIRIZZO Via Badia, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide fu inaugurata domenica 5 novembre 1922. Oltre al presidente del comitato pro-lapide, parlò anche quale oratore Giulio Bevilacqua, padre filippino e già ufficiale nel battaglione alpino "Stelvio". Quando fu inaugurata, la lapide era murata nella facciata della caratteristica chiesa di S. Antonio da Padova, oggi concessa in uso alla comunità ortodossa. In epoca successiva, ma per certo anteriore alla fine degli anni Cinquanta del XX sec. essa fu smurata dalla facciata, nella quale comunque oggi si vede la traccia da essa lasciata, e fu collocata nell'edificio dove la vediamo tutt'ora, il quale sorge in zona di pertinenza del Demanio. Il manufatto possiede una duplice particolarità. Si trova in un luogo ameno, in stato di semi-abbandono: mai si direbbe che a 2 passi dal congestionatissimo centro della città di Brescia possa esserci un angolo così fascinoso sul colle di S.ta Anna, in cui la Natura resiste ancora alla cementificazione selvaggia e all'iper tossico inquinamento cittadino. In secondo luogo, esso è pregevole da un punto di vista artistico e socio-antropologico. Qui è raffigurata la morte del soldato, soggetto non così comune riscontrato nella presente campagna di catalogazione. Quest'opera si pone come una via di mezzo fra quella molto realistica del monumento di Pompiano e quella già più allegorica di Volta Bresciana (cfr. specifiche schede). I dettagli dell'uniforme financo nelle mostrine, l'arma bianca delle mischie corpo a corpo, la posa eretta ma col capo reclinato e con un'espressione di quiete post mortem, l'essere avvolto in sudario, potenziano la carica evocativa, suggestiva della raffigurazione del morituro a fianco di quei nomi. Fonti e bibliografia: La lapide ai prodi caduti della Mandolossa, Violino, Badia e S. Anna, "La Sentinella", 9-11-1922; testimonianza orale di Serafino Frassi, classe 1947, abitante al villaggio Badia dal 1956
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303274943
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ISCRIZIONI a sinistra, in basso - AI MORTI / PER LA PATRIA // -
  • STEMMI in basso a sinistra - civile - Stemma - Stemma Comune di Trento - Alabarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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