Ritratto del vescovo Nicolò Antonio Giustiniani

dipinto post 1759 - ante 1760

Ritratto di Antonio Giustiniani (1712-1796), in veste episcopale. Gesto della mano destra aperta a indicare e contemporaneamente a raccogliere la berretta. Postura agile e leggera, posa espressiva delle mani. Rilievo realistico del volto, con forme naturalistiche della bocca e arco profondamente chiaroscurato che unisce il naso al sopracciglio destro. Ambientazione con architettura di fondo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA Tela
  • ATTRIBUZIONI Lorenzi Francesco (attribuito): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Castelli Bernardino
  • LOCALIZZAZIONE Padova (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Ritratto sembra riconoscibile nel quadro di “maestra mano” celebrato nella "Orazione detta dal prof. abb. Lodovico Menin nell’Ospitale Civile di Padova" (1851). Esiste solo una recente attribuzione del dipinto a Bernardino Castelli (1750-1810) (Delorenzi 2009); ora tuttavia si propone come autore Francesco Lorenzi e una datazione al sesto decennio, ossia al 1753, quando Giustiniani assume la titolarità del vescovato di Torcello, oppure al 1759, l’anno del suo arrivo a Verona. La seconda data e l’attribuzione a Lorenzi sono sostenute dalla commissione da parte di Giustiniani a Francesco Lorenzi della pala con San Lorenzo Giustiniani per l’altare della sacrestia dei Cappellani nella cattedrale scaligera (1760 circa). Inoltre, la rispondenza stilistica con opere di Lorenzi appare stretta nello stile pittorico e compositivo. Rispetto al Ritratto di Alessandro Carli (1782 circa), corrisponde, oltre che l’ambientazione tipica del ritratto d’apparato, la postura, agile e leggera, che trova il suo compimento nella posa espressiva delle mani, la cui forma è riconoscibile anche nel Ritratto di Scipione Maffei (inizio sesto decennio). Il rilievo realistico del volto trova un riferimento nel viso di Maria nella pala con la Madonna con il Bambino e i santi Biagio, Lorenzo, Anna e Giovanni Nepomuceno (chiesa dell’Istituto Provolo di Verona, fine sesto decennio). Le approssimazioni del fondale architettonico sulla destra si ritrovano in altri dipinti di Lorenzi: in particolare la sommaria definizione delle volute dei semicapitelli ionici si riflette identica nella pala giovanile con San Pietro e la Religione trionfano sull’eresia (San Pietro di San Pietro Incariano, Vr, fine quinto decennio), e in un’opera matura come la pala dell’Istituto Provolo. Il contrasto tra l’aspetto relativamente giovanile del vescovo e quello senile esibito nei suoi più noti ritratti padovani (nel Palazzo vescovile e nel Seminario vescovile) è un’ulteriore conferma di una datazione al sesto decennio, tra il 1759 e il 1760, piuttosto che alla prima metà dell’ottavo decennio, invece riferita all’attribuzione a Bernardino Castelli. In area scaligera esiste una copia fedele del ritratto nel Museo di Castelvecchio (n.6617), a mezza figura (L. Giffi, in La Salute e la Fede, 2014
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500690538
  • NUMERO D'INVENTARIO 47142
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Padova, Treviso e Belluno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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