Madonna con il bambino. Madonna con il bambino
dipinto
ca 1483 - ante 1485
Vivarini Alvise (1445 Ca./ 1505 Ca)
1445 ca./ 1505 ca
Dietro un basso parapetto, la Madonna a mezzo busto tiene in braccio il Bambino. Dietro al centro un drappo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Vivarini Alvise (1445 Ca./ 1505 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE "È significativo che Aleardi nel 1851 considerasse quest’opera una delle migliori di Alvise Vivarini. Gli fa eco Ferrari (1871). Trecca nel 1912 pone a confronto la testa del bambino con quella dell’angelo suonatore della tavola della basilica del Redentore di Venezia. Il dipinto è menzionato da Berenson a partire dal 1932, da Van Marle (1936) e Fleischmann (1940). Gilbert (1956) propone di riconoscere l’opera a Lorenzo Lotto durante la sua permanenza nella bottega di Alvise Vivarini, ma ciò entro un contesto critico affatto superato, in cui l’autografia di quest’ultimo è messa di sovente in discussione. Pallucchini nella fondamentale monografia del 1962 ribadisce trattarsi di un’opera tarda, del 1498 circa. È merito di Magagnato (1979) aver tratto le giuste conseguenze critiche dal restauro dell’opera, riportandola ad una fase precedente, quella della "Madonna con il bambino e angeli musicanti" già nella chiesa francescana di Sant’Anna di Capodistria, scomparto centrale di un polittico che l’iscrizione assicura del 1489, proveniente dalla chiesa di San Bernardino di Porto Rose. Il confronto riguarda in particolare la testa del bambino con l’angelo musicante di destra della tavola già a Capodistria, nonché con quello della "Madonna con il bambino e due angeli musici" della sagrestia della basilica del Redentore di Venezia, che riformula in verticale le stesse componenti figurative a breve distanza temporale. Altro confronto prescelto da Magagnato riguarda la "Madonna con il bambino" segnalata da Pallucchini (1962, p. 62, fig. 249) come redazione con varianti di quella della National Gallery di Londra (inv. 1872). Per Steer (1982) la tipologia richiama la "Madonna con il bambino" della Walters Art Gallery di Baltimora (inv. 37535) e quella della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (inv. 649), che egli data al 1485 circa. Tuttavia l’impianto più largo e l’ombreggiatura lo fanno risolvere per una datazione prossima al "Redentore" della Pinacoteca di Brera, del 1498, e al "Risorto" della chiesa di San Giovanni Bragora ultimato nello stesso anno. Sponza (1996) ravvisa un richiamo della tavola veronese nella "Madonna con il bambino e san Giovannino" realizzata da Lorenzo Lotto per il vescovo di Treviso Bernardo de’ Rossi nel 1503 (Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte). Siamo nell’ambito delle pure reminiscenze. La posizione di partenza rimane quella di Magagnato, anche se l’anticipazione cronologica non è proposta in termini sufficientemente decisi. La tavola infatti è prossima alla "Madonna con il bambino" della chiesa di Sant’Andrea di Barletta, firmata e datata al 1483, scomparto centrale di un polittico disperso di provenienza bergamasca per Fletcher (1983, p. 101), in cui si ravvisa tra l’altro una coincidenza di elaborazione tipologica nel volto del bambino. Si può dire che essa preceda altresì il trittico di Napoli del 1485 (Galleria Nazionale di Capodimonte, inv. 56). Tale seriazione cronologica vale a maggior ragione in virtù di una collocazione antecedente il 1483 delle "Madonne" della collezione Piovene di Vicenza, di Urbino e di Baltimora, quest’ultima posta da Zeri (1976) al 1485 circa. Si avverte nell’opera veronese in particolare, nonché in quelle di Barletta e Napoli, una maggiore distensione e sintesi della forma dovute a una luce che si fa più morbida, più pacata. Specie nelle figure del trittico di Napoli trova corrispondenza l’angolosità che connota il disegno del mantello. Tale soluzione cronologica consente di vedere ripreso in un dipinto destinato alla devozione privata il fondo scuro sperimentato nella Sacra conversazione del 1480 proveniente dalla chiesa di San Francesco di Treviso (Venezia, Gallerie dell’Accademia). Così è possibile definire i volumi in modo più controllato e a un tempo restituire con straordinaria accuratezza molti dettagli. Si intuisce appena il trasparire dei capelli e un brevissimo tratto di velo sulla fronte della Vergine; la luce arriva a illuminarne i capelli lucidi fino nella cavità del mantello. Anche i radi capelli del bambino sprigionano riflessi, mentre il suo incarnato pare accendersi di luce; l’articolarsi delle mani riceve da tale diffusione luminosa una ricercata vitalità. Poco più tardi, nella citata Madonna con il bambino di Londra, e nella versione che da essa dipende, Alvise Vivarini vorrà articolare l’uso del fondale scuro, aprendovi una finestra con veduta sul paesaggio. Sia nella soluzione compositiva sia in questi aspetti riguardanti il fondo, l’artista cerca un’interpretazione personalissima, ora più legata al lascito antonellesco che non alle invenzioni di Giovanni Bellini come avveniva in precedenza" (da Giorgio Fossaluzza 2010, cat. 126)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715171
- NUMERO D'INVENTARIO 1261
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul davanzale - ALVISIVS. VIVARINVS. P - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0