Iniziale "A" (?) (Figura di santa che legge). Santa che legge
miniatura
1390 - 1420
Iniziale "A" con figura femminile nimbata ritratta nell’atto di leggere. La santa indossa un manto rosso acceso, internamente blu. Il velo che contorna il capo della santa potrebbe essere il soggolo di una monaca. Sul tergo scrittura gotica libraria in inchiostro bruno, tre linee in lingua latina illeggibili
- OGGETTO miniatura
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MATERIA E TECNICA
ORO
pergamena/ pittura a tempera
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE È stato purtroppo impossibile riconoscere dalle poche parole contenute a tergo del frammento, in parte coperte dal cartellino, il testo del ritaglio e di conseguenza comprendere a quale libro liturgico esso fosse appartenuto. Difficile anche identificare la lettera, presumibilmente una "A", e stabilire l’identità della figura femminile nimbata ritratta nell’atto di leggere. L’unico attributo che potrebbe offrire un indizio è quello del libro retto dalla santa. L’identificazione proposta da Aldrighetti con santa Caterina da Siena, solitamente ritratta con libro, non sembra sostenibile in quanto la santa non indossa l’abito domenicano con tunica bianca e manto nero ma è coperta da manto rosso acceso, internamente blu. Il velo che contorna il capo della santa potrebbe essere il soggolo di una monaca, ma spesso è usato anche nella raffigurazione di sante anziane quali ad esempio sant’Anna, madre della Vergine. È invece possibile proporre per il ritaglio un’ascrizione all’ambiente tardogotico lombardo suggerita sia dalle accese scelte cromatiche – rosa per il corpo della lettera, blu per il campo esterno profilato in rosa e lamina d’oro – sia dalla resa dello scorcio e dei volumi. Linee pronunciate e decise intensificano un chiaroscuro, altrimenti più stemperato, enfiando bruscamente le forme. Nel volto ciò si esplica in un accento espressivo dato dalla profondità della cavità oculare, e il conseguente rilievo dell’arcata del sopracciglio e dello zigomo. Altrettanto brusco è il taglio della gota prossimo alla bocca. A ciò si aggiunga la compiaciuta e varia attenzione ai motivi decorativi, nel campo interno e nel corpo della lettera; condotti l’uno con elegante "ramage" tracciato da sottile tratto, l’altro con la biacca, più corposo e grossolano. Per circostanziare l’ambito stilistico cui appartiene la prova vanno citate a confronto alcune opere della maturità del Maestro del libro d’ore di Modena, forse identificabile in Tomasino da Vimercate, e certo uno dei maggiori e più originali interpreti della miniatura viscontea, attivo tra il penultimo e l’ultimo decennio del Trecento fino al primo decennio del Quattrocento (Toesca [1912] 1987, p. 159; Bollati 1989, pp. 27-42; Sutton 1991, pp. 87-90; Bollati 2004, pp. 595-597). Partito dall’insegnamento di Giovannino de’ Grassi, ancora ben leggibile nelle prove degli anni novanta quali il "Libro d’ore" di Modena (Biblioteca Estense, ms. lat. 842 = a.R.7.3), il miniatore venne costituendo un proprio linguaggio caratterizzato da panneggi morbidi, attenta descrizione del dettaglio, vivacità narrativa, fantasia decorativa e caratterizzazione fisionomica ed espressiva, pienamente espresso nel "Libro d’ore" di Isabella (L’Aja, Biblioteca Reale, ms. 76 F 6) e nell’"Offiziolo" di Parma (Biblioteca Palatina, ms. pal. 56). Sebbene incommensurabilmente più alte, alcune iniziali con una o più figure, ad esempio quella con la "Trinità" del Salterio di Oxford (Bodleian Library, ms. Canon. lit. 378) o quella con la "Presentazione della Vergine" in un ritaglio della Trivulziana (pergamene sciolte C 12), ma anche i personaggi miniati nella serie di vignette con la "Passione di Cristo" del libro d’ore di Parma, sembrano richiamati dalla nostra assai più modesta iniziale nella caratterizzazione del volto, nel sovrabbondante panneggio e in alcuni dettagli quali il modo di suggerire lo scorcio del volto segnando gli zigomi, le mani con lunghe dita e la particolare maniera di scorciare l’aureola, che assume la forma di un ovale schiacciato. La presenza accanto al maestro di una bottega organizzata, cui ad esempio vengono attribuiti il "Liber divinae doctrinae" di santa Caterina della Raccolta Durazzo di Genova e il "Liber Hiemalis" della Trivulziana di Milano (cod. 6127; Bollati 1989, p. 34), permette di ipotizzare per il ritaglio di Castelvecchio una attribuzione ad un aiuto o seguace di Tomasino ed una collocazione ad apertura del XV secolo. (da Federica Toniolo 2010, p. 124)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717550
- NUMERO D'INVENTARIO 6744
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0