Carta iniziale "Aspitiens a longe". profeta

miniatura 1485 - ca 1495

Pagina staccata di manoscritto membranaceo incollata su carta. La lineazione si compone di cinque righi musicali con tetragramma rosso e notazione quadra in inchiostro bruno. Il recto è coperto da un foglio di carta incollato, ma in trasparenza si decifra l’antifona del tempo d’Avvento. Sul verso entro un rettangolo in lamina d’oro, interrotto da quattro incavi circolari, capitale "A" policroma istoriata con "Profeta che scruta nei cieli" e testo tratto da "Dominica I Adventus, Ad Matutinum, responsorium" (CAO 6129). Sotto la grande iniziale, un delfino azzurro. La pagina è circondata da un fregio racchiuso da strisce di lamina d’oro. Il bordo destro è percorso da un’asta rivestita di foglie di lauro. I margini superiore e sinistro sono decorati con foglie, fiori e dischetti d’oro filigranati; il margine sinistro accoglie anche un pavone e due cerbiatti. La fascia inferiore è decorata con motivi a volute che ricordano modelli dell’Argenta per i graduali della cattedrale di Ferrara; nel centro una corona di lauro con abate olivetano. Ai quattro angoli simboli di Monte Oliveto, in basso, e Santa Maria in Organo, in alto

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA ORO
    pergamena/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’assegnazione a Francesco viene dalla comparazione con il codice dei Mercanti, i cui riferimenti sono evidenti. Il delfino, per esempio, ornamento così caro a Francesco, trascolora dal verde all’azzurro, con improvvisa variazione cromatica, nello stesso modo in cui cambiano di colore le iniziali delle cc. 2 e 31 degli "Statuta" (inv. 36464). Il palese rimando alla gestualità liberaliana, nell’atto del profeta che si ripara la vista, è cedimento ad un pathos enfatizzato che non si verifica con Girolamo, mentre in Francesco finirà per prendere il sopravvento. I timidi cerbiatti, presenti già negli Statuti, sono citazioni di Girolamo da Cremona, che a sua volta elabora idee di Franco dei Russi. Anche in questa pagina compaiono i bordi fioriti e ornati di dischetti d’oro, prestiti dalla miniatura ferrarese che sembrano essere stilemi inclusi nel linguaggio di Francesco. Infine, nella fascia inferiore del foglio il miniatore ricorre a una tipologia decorativa, definibile come ‘volute in forma di cuore’, anch’essa di sapore ferrarese (si vedano ad esempio le fasce inferiori degli Antifonari IX e X – cc. 4 e 3v – della Cattedrale di Ferrara, miniati nel 1493 da Jacopo Filippo Medici d’Argenta), e non dissimile da un’analoga decorazione del Salterio della Trivulziana, per esempio nei margini della c. 6v del controfrontespizio greco "DAOUID PROFHTOU KAI BASILEWS, MELOS". Come sottolineato da Gino Castiglioni nel catalogo generale del Museo di Castelvecchio (2010, pp. 300-301), l’influsso della miniatura ferrarese su Francesco trova un riscontro evidente nella "Natività della Vergine" del Louvre, esemplata su quella di Cosmé Tura, ora a Berlino. Un altro confronto significativo è quello tra il bas-de-page del foglio di Castelvecchio in esame e gli analoghi fregi nei corali dell'Argenta per la cattedrale della città estense (in particolare l'antifonario n. 10 del Museo del duomo di Ferrara). Benché il giovane Girolamo guardasse a questi maestri assai meno del padre, i suoi inizi confermano i contatti con i ferraresi e specialmente con l'Argenta. L’alta prova del giovane Girolamo in un corale per il convento di San Francesco in Brescia (Calabi 1938; Benetazzo 1998) è l’unica miniatura veronese confusa nell’immenso lavoro, per diciassette corali, condotto da Jacopo Filippo Medici d’Argenta con fra Evangelista da Reggio, nella prima metà degli anni novanta. Un battesimo prestigioso per il giovane miniatore; una prova di stima e una consolazione per il padre Francesco, che evidentemente era ben noto ai maestri emiliani. Non sappiamo da quando datassero i rapporti di Francesco con Ferrara; di certo, negli anni in cui miniava il salterio della Biblioteca Trivulziana, i contatti e i prestiti lessicali erano già avvenuti. Infatti, mentre gli emiliani seguono la loro via senza apparentemente notare il procedere più morbido dei veronesi, Francesco, curioso delle esperienze degli altri miniatori, osserva e raccoglie idee. In particolare per l’ornato. Castiglioni notava, per esempio, il contorno a incavi circolari del campo in lamina d’oro con l’iniziale "A(spitiens)", artificio relativamente poco frequente nelle miniature Dai Libri, presente però nella iniziale "H(odie nobis)" preparata da Evangelista da Reggio per accogliere la "Natività" di Girolamo. Cronologicamente il foglio sembra non essere lontano dal Salterio Trivulzio, e potrebbe quindi essere datato tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta del Quattrocento. Più o meno negli stessi anni della Natività di Girolamo per l’antifonario bresciano. La pagina costituiva la carta iniziale di un antifonario e responsoriale del tempo, dalla prima domenica d'Avvento all'Epifania, di cui facevano parte anche una serie di iniziali figurate (invv. 4468-1B1769, 4363-1B1664, 4448-1B1749, 4450-1B1751, 4479-1B1780, 4449-1B1750): tutti questi frammenti vedono attivi Francesco Dai Libri come miniatore e il Maestro B come scriptor. (da Gino Castiglioni 2010, pp. 300-301)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717563
  • NUMERO D'INVENTARIO 1280
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sul recto - Gaudete omnes et laetamini: ecce quia veniet dominus ultionis, adducet retributionem: ipse veniet et salvabit nos. Ps[almus](in rosso) Ad te. V[ersus](in rosso) Ex Syon. R[esponsorium] (in rosso) Deus noster - gotica libraria -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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