L'Immacolata tra i santi Anselmo e Agostino. Immacolata tra i santi Anselmo e Agostino
dipinto
ca 1512 - ca 1515
Previtali Andrea (1480 Ca./ 1528)
1480 ca./ 1528
Il dipinto raffigura, in alto, Dio Padre, circondato da una nube di cherubini, il quale regge un cartiglio rivolto ai quattro angeli dalle vesti colorate che si sporgono dalla nuvola. Al centro della tavola, la Vergine incoronata è ritratta in ginocchio con le mani incrociate sul petto, tra i santi Anselmo, con un cartiglio in mano, e Agostino, anche loro in ginocchio. Sullo sfondo, un paesaggio con colline, alberi e una città fortificata
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ tecnica mista
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ATTRIBUZIONI
Previtali Andrea (1480 Ca./ 1528)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola è pervenuta al Museo con la collezione Bernasconi, dove era già registrata nel catalogo del 1851 (p. 26) con l’attribuzione ad Andrea Previtali. Nell’elenco manoscritto steso da Carlo Ferrari nel 1871, in occasione del lascito della collezione al Comune, è citata anche la sua provenienza «da Milano». Seppur si presenti in una condizione frammentaria, quanto resta del testo pittorico è in condizioni discrete, e rende possibile una lettura tanto stilistica quanto iconografica. Come si è visto la corretta paternità ha accompagnato il dipinto almeno dall’Ottocento e non è mai stata posta in dubbio. La bibliografia relativa all’opera, scarnissima e per lo più ridotta a poche righe, non la discute mai, ma neppure viene affrontato il problema della sua collocazione nella produzione del pittore. Infatti pur essendo tutt’ora assai nebulosi i contorni e le modalità del soggiorno veneziano dell’artista (Lucco 2001), non documentato ma dichiarato dallo stile dei dipinti e dal pittore stesso, che si proclama discepolo di Giovanni Bellini, è chiaro che dalla fine del primo decennio del Cinquecento, se non prima, l’attività di Previtali gravita prevalentemente su Bergamo, a cui lo lega una incalzante sequenza di opere datate. Nonostante questa fitta rete di paletti temporali non è ovvio trovare una collocazione all’"Immacolata" perché, come già avvistato dalla critica (Lucco 2001), il pittore pare tenere una sorta di doppio registro espressivo, all’interno del quale alterna modi più belliniani, improntati a fusione coloristica e luminosa, ad altri più legati agli esempi di Alvise Vivarini o di Basaiti, dove prevale la squadratura delle forme. Alla fine del secondo decennio si aggiungerà l’influsso di Lotto, che si tradurrà in inquietudine luminosa che ammorbidisce i risalti plastici delle forme, in apertura dinamica di pose e composizioni. Queste difficoltà sono aggravate dall’evidente ricorso a materiali di bottega, cosicché brani più o meno ampi di composizioni vengono ripresi più volte, anche a distanza di anni, e da un catalogo che è cresciuto accogliendo opere spurie, che abbassano la qualità complessiva di un maestro tutt’altro che insignificante e ne intorbidano l’immagine. Posta questa situazione, per la tavola veronese converrebbe una data vicina a quella del "San Sigismondo", alla quale la accomunano le stesure di colore sottilissime e lisce, che nelle lacche – la veste della Vergine, ad esempio – sono ottenute mediante il sistematico impiego di tamponi per annullare qualsiasi segno di pennellata, rialzate però a tocchi di luce non fusi; la presenza di contorni bruni a definire le forme nelle zone in luce; le ombre nette e la convivenza, nel panneggio, di pieghe rigide e cadenze molto morbide. Un altro utile confronto può istituirsi con la "Madonna" Baglioni collocata di solito all'inizio del secondo decennio perché ritenuta una delle prime opere eseguite per Bergamo. Previtali utilizzò lo stesso modello per il viso della Vergine e in entrambe le tavole ritorna la stessa composizione paratattica con le figure giustapposte allo sfondo di paese e una gamma cromatica molto simile. Infine, a Verona il volto di sant'Agostino ha i suoi paralleli più stretti con il santo omonimo della "Trinità" di Almenno San Salvatore (1517). Sulla base di questi confronti, Emanuela Daffra (2010, pp. 430-432) pensava ad una datazione tra il 1512 e il 1515, inserendo l'"Immacolata" dopo il "San Sigismondo" e prima del polittico di Berbenno e della "Trinità". La studiosa rafforzava tale proposta grazie ad una serie di confronti iconografici con un gruppo di dipinti che si scalano in un arco di tempo ristretto, tra il 1502 e il 1513, caratterizzati dalla presenza, intorno alla Vergine, di Dio Padre e di una corona angelica e dei santi Anselmo e Agostino, talvolta accompagnati da altri santi o Dottori della Chiesa e, spesso, dall'ambientazione in un paesaggio composto di elementi scritturali riferiti alla Vergine (si vedano, per esempio, le raffigurazioni dell'Immacolata di Vincenzo Frediani, Museo di Villa Guinigi, Lucca; Francesco Francia per la cappella Stiatta in San Frediano, Lucca; Marco Palmezzano per la confraternita del Corpus Domini in San Mercuriale, Forlì; Girolamo Marchesi da Cotignola per San Francesco, San Marino; Francesco Zaganelli per la cappella Hercolani in San Biagio, Forlì, oggi alla Pinacoteca comunale; Girolamo Marchesi da Cotignola per San Francesco a Pesaro, oggi a Brera; Garofalo, per San Bernardino, Ferrara, oggi a Brera). Si tratta, pertanto, di una fioritura quasi contemporanea di dipinti accomunati anche dalla destinazione per chiese francescane o agostiniane. Per la tavola di Verona, Daffra (2010) ipotizzava una provenienza da una cappella dedicata all'Immacolata a Bergamo, forse da individuare in quella presente nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, fondata dopo la predicazione di San Bernardino, seppur non siano reperibili riscontri documentari. (da Emanuela Daffra 2010, pp. 430-432)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717757
- NUMERO D'INVENTARIO 40
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul filatterio di sant’Anselmo - NON PVTO VERVM ESSE AMATOREM VIRGINIS QVI RESPVIT COELEBRARE FESTVM SVAE COMCAEPTIONIS - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0